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La parte e il tutto

Mi chiamo Fedora.
Abito in un piccolissimo... come possiamo dire... appartamento, alla periferia di Ravenna.
Abito lì ormai da diversi anni con Rinaldo.
Non voglio parlare della mia infanzia: ma devo dire che sono cresciuta in un quartiere industriale di Cesena.
Ho perso le cure della mia mamma in un incidente quando ero ancora molto piccola e mio padre... bé ... probabilmente lui era uno di quelli che da piccola vedevo bighellonare con sfrontatezza per il quartiere e si davano appuntamento nella piazza principale del paese corrosa da decenni di trascuratezza.
Non ho voglia di raccontare la mia infanzia ma ho detto questo solo perché non si pensi che io sia stata allevata e cresciuta tra soffici imbottiture.
Al contrario.
Ho vissuto per un tempo molto lungo per strada sfamata e curata da occasionali benefattori.
Da quando però io e Rinaldo ci siamo conosciuti, davanti al bar incrostato di Sarello dove le grida e le nenie ripetitive dei videopoker venivano regolarmente rigurgitati dall`entrata come se persino la fumosa saletta grigia all`interno non riuscisse a metabolizzarli, bé da quel momento la mia vita è cambiata.
Forse sono rinata.
Rinaldo mi ha portato a vivere a casa sua e io ho lasciato il mio sudicio quartiere all'inizio con il rimpianto tipico di tutti quelli che non possedendo nulla si avvinghiano strettamente ai loro miseri riferimenti.
La mia casa ora e`un bilocale al pianterreno con un minuscolo cortile nel lato opposto all`ingresso che invece si affaccia sulla strada lungo al fiume dove passano poche macchine e molti camion spesso diretti alle raffinerie.
Non e`quello che si definirebbe un nido e forse per chiunque sarebbe difficile anche ritenerlo accogliente.
Con quell` enorme incolto sul retro delimitato da un fatiscente muro ormai coperto con pennellate irregolari di muschio azzurrino e la vista sulle altre incerte casupole di periferia.
Anche il suo aspetto da baracca promossa con troppa indulgenza ad abitazione e afflitta da una senile degenerazione non le farebbe trovare grandi estimatori.
Ma a me piace e ci sono affezionata.
Perche ogni piccolo angolo, anche il piu` insignificante e nascosto e` stato nel tempo da me vissuto con la risonanza di tutti i sensi: e` stato osservato, toccato, annusato, respirato...
Ogni piccolo centimetro e` stato un microcosmo da scoprire e da far mio.
E` per questo che non ho incertezze nel definirla la mia casa.
Non sono solo le tende azzurrine e il vecchio divano di velluto verde bandiera che cerca con indifferenza di nascondere i segni di bruciatura di qualche antica sigaretta a rendermi più confortevole l`atmosfera ma anche e soprattutto quell`eccitante miscela di aromi densi di casa che si intrecciano e aderiscono anche agli oggetti più insignificanti come l` accendigas o il posacenere di cristallo.

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