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La principessa dei fiori - 6° capitolo

-le valige -

Tornavo a casa con queste riflessioni e strada facendo guardo tutto intorno San Remo, passeggio con calma, Piazza Cuccioli, quante volte ci sono passato da qui, oppure sul lungo mare Calvino ammiro sempre la bellezza delle onde spesso increspate dal vento che ne accarezza l'acqua, oppure gli alberi che ne abbelliscono il viale, panorama che mi rimarrà sempre nel cuore. Nel mio passeggio mi spingo lentamente per le vie della cittadina, ogni tanto mi fermo e mi siedo in qualche panchina a riposare e riflettere su gli ultimi eventi.

Mi sono alzato presto stamattina e stare tutta la giornata in giro è pesante, non ho voglia di andare a casa a mangiare, voglio andare fino al mercato dei fiori, uno dei più importanti d'Europa sia per grandezza sia per l'importanza specifica, qui c'è il commercio della "floricola" per tutta l'Europa meridionale e del bacino mediterraneo, c'è un po' di tutto, una grande varietà di scelta di fiori. Mi sto informando bene visto che ci dovrò lavorare con le piante, chissà perché penso a quella nel vaso che ho dato a Gerard da tenermi da parte, una pianta che ha sempre attirato il mio sguardo per la sua bellezza, poi mi affascina il nome - ( Uccello del paradiso - Strelitzia Reginae ), una pianta che si può tenere in casa, viene dalle zone tropicali, i suoi colori sono caratteristici, come il giallo canarino, talmente bello che ha sempre sviluppato la mia fantasia, ho sempre amato i fiori e la loro fragranza e delicatezza, simbolo di purezza e bellezza della natura, così appena ho potuto l'ho comprata e messa in un vaso da tenere in salotto a rallegrare la mia vista.

Mi fermo al bar, mangio un panino e bevo un bicchiere d'acqua, un'occhiata al telegiornale, (tanto le notizie sono sempre le stesse, morti, rapine e catastrofi naturali), mai notizie che ci rallegrino, poi ascoltare sempre all'ora di pranzo queste notizie non sono certo un digestivo per chi mangia, comunque dopo un po' decido di ritornare a casa ed incominciare a sistemare quello che dovrò portare con me a Parigi.

Attraverso le vie di San Remo, il suo casinò, delizia e disgrazia per giocatori d'azzardo(sognatori) incalliti, camminando ripenso a tutta la mia vita, le immagini scorrono veloci davanti gli occhi, sembrano proiettate in tridimensionale talmente le vedo vicini, sono inarrestabili si scompongono in figure, in immagini che escono limpide ricordando il vissuto, i pochi attimi di vera felicità si mescolano e scompaiono nel nulla, invece i momenti tristi o brutti, sembrano attimi infiniti, interminabili, che si susseguono uno dietro l'altro e come ferite mai cicatrizzate ti scalfiscono le membra e s'insinuano duramente nel cuore, creando quelle fitte che non ti abbandonano mai.

Sono quasi vicino casa, entro nel supermercato compro un panino e qualcosa da mangiare per cena, quindi dopo aver pagato alla cassa, esco e mi accingo a rientrare a casa, così dopo un paio di minuti entro e mi siedo in poltrona stanco della giornata che sta finendo.
Dopo cinque minuti incomincio a riempire le valige di tutto quello che voglio portare con me, ovviamente non faccio le cose di corsa, ma nella mia lentezza, osservo con attenzione tutto quello che dovrò portare, anche le foto sono importanti, con loro trasferirò momenti ingialliti dal tempo ma limpidi nella mia memoria.
Quando fai qualcosa d'importante, il tempo scorre velocemente e non ti accorgi che è già arrivato il tramonto che insieme all'alba, per me, è uno dei momenti più belli della giornata. Quando vedo il sole calare, rimango ipnotizzato dalla bellezza e dai riflessi della natura, un regalo unico che ricevo e l'apprezzo con amore, perché fa parte di quel disegno Divino che tutti i giorni si manifesta a noi in una delle sue forme più spettacolari ed ineguagliabili, quei riflessi che puoi paragonare al tuo vivere nei particolari più luminosi o più grigi in base alla tua vita e ne puoi appendere tanti quadri e farne una stanza da ammirare in tutti quei momenti fotografati e conservati nella memoria.

 

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7 commenti:

  • Jurjevic Marina il 24/03/2011 16:35
    Anche le foto sono importanti, con loro trasferirò momenti ingialliti dal tempo ma limpidi nella mia memoria...

    Molto vero... bel capitolo, pieno di immagini incantevoli.
  • Anonimo il 18/03/2011 19:55
    Ho iniziato a leggere il settimo ma mi sono accorto che mi mancava qualcosa... sono tornato indietro ed ho visto che avevo saltato il sei... rimediato. ora passo al sette... io son sempre qui che aspetto parigi... ciaociao
  • Laura cuoricino il 16/03/2011 18:43
    Giuseppe sono arrivata al sesto capitolo e ti confesso che mi sembrava di esserci...
    Ogni vota una sorpresa...
  • sara zucchetti il 10/03/2011 10:35
    Il racconto continua belle parole nel descrivere quella splendida città e la pianta, ho immaginato tutto, bravo!
  • Anonimo il 28/02/2011 22:15
    letto...(non nel senso che ora vado a letto ) Ma quanti capitoli hai intenzione di scrivere Giuse?? Uffa... la pazienza non è il mio forte lo sai...
    SBRIGATI
    bacino
  • Anonimo il 28/02/2011 20:31
    Bravo Giuze... hai la capacità di un cesellatore, incastrare poesia e vita reale... complimenti davvero!!!!
    Il settimo presto sperooooooooooooo... dai dai... scrivi!
  • loretta margherita citarei il 28/02/2011 18:36
    bello questo capitolo, bravo peppì

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