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Il signor Lucci

Era il pomeriggio di un maggio qualsiasi. Una giornata che si poteva facilmente confondere con qualsiasi altra fosse primaverile, o con un barlume di calda freschezza.
- È permesso?
La segretaria, nel suo consueto camice bianco che malcelava la camicia rosa lievemente scollata, puntò il dito verso un punto imprecisato della sala alle sue spalle, senza staccare gli occhi dal monitor, riempito dai colori del sito di una discoteca della periferia.
- Grazie. - rispose il signor Lucci un po' a bassa voce, un po' in silenzio, tentando di incrociarle forse lo sguardo, certamente la scollatura.
Prese posto, accavallò le gambe, le sciolse, le accavallò di nuovo. Alla ricerca di maggiore comodità appoggiò le braccia, ma quando queste caddero nel vuoto, solo allora si accorse di aver preso posto su una sedia di legno, per nascondere l'imbarazzo e darsi un'aria dignitosa come se nulla fosse accaduto si guardò intorno. La sala non era grande, piuttosto molto alta. Una modesta lampadina al centro del soffitto più sporco che dipinto di bianco e a scendere a completare la stanza d'attesa quattro muri di eguale dimensione colorati senza troppa attenzione di un po' di rosa e un po' di giallo, combinazione che creava una miscela di discutibile gusto. Del resto in quella stanza i pazienti ci dovevano trascorrere al massimo una mezzora e i titolari dello studio non concorrevano certo al concorso per il miglior design d'interni.
Già, i pazienti. Il signor Lucci ne contò tre. Alla sua destra una vecchia signora seduta sull'unica poltrona del locale nascosta nel suo pelliccione e nel cappello di lana, abbigliamento testimone di pericolosi problemi di pressione sanguigna. Oppure mentali. Sul muro di sinistra, invece, una coppia di gemelli, entrambi calvi, entrambi trentenni, vestiti con una canotta bianca e pantaloni da lavoro blu. Di loro non riusciva a diagnosticare nessuna patologia, ma rideva sotto i baffi per quell'espressione infantile che rendeva ancor più grottesco il loro aspetto, del tutto simile a quelli dei gemelli del Mondo delle Meraviglie di Alice. Le guance erano la porzione di corpo che gli provocava i maggiori problema dal mantenere un'espressione seria. Rotonde, grosse e penzolanti sui lati, quasi dei caciocavalli.
Per non incorrere in gaffe delle quali difficilmente sarebbe riuscito a fronteggiare le conseguenze (nella sua vita mai era rimasto incastrato in situazioni simili, per la passione dei fatti propri e per la perenne paura di incorrere in soggetti pericolosi che potessero cogliere l'occasione per aggredirlo, e lui così mite e così scarso in muscoli...) volse lo sguardo sulla vecchina stritolata in quella che era, data la stagione e la temperatura interna a tratti asfissiante nonostante l'aerosità della sala, una sorta di vendetta di ciò che rimaneva della bestiola sacrificata in nome della moda. Ma la donna non destava dubbi di sentirsi alquanto bene, piuttosto a suo agio, quasi chiedesse maggior protezione dal freddo russo che solo lei sentiva. Il signor Lucci, solo a guardarla, si sentiva soffocare dentro la sua maglietta di cotone e i suoi pinocchietti di tela.
Insomma, guardare a sinistra poteva regalargli l'imbarazzo più grande della sua vita e un pomeriggio da non raccontare a nessuno, guardare a destra lo occludeva quasi da scioglierlo, quasi da sudare copiosamente. Non restava che concentrarsi sul resto dell'ambiente.

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7 commenti:

  • Guido Ingenito il 18/05/2011 16:00
    ok, messaggio ricevuto! non farò che lavorarci sopra
    grazie!

    Guido
  • Giovanni Barletta il 02/04/2011 09:17
    Guido, cerco di spiegarmi. Nelle due inquadrature iniziali, quella della segretaria e di lui che si accomoda sulla sedia, la prosa non scorre liscia come vorresti. Ti obbliga a fermarti un istante per capire il senso. Cosa che poi non succede più nel seguito.
    In ogni caso trovo questa tua sperimentazione molto riuscita, anche se resto un fan del tuo stile precedente!
  • Guido Ingenito il 25/03/2011 20:48
    @michele: cazzo che cappellata che ho combinato! non me n'ero proprio accorto, l'ho scritto stanotte e la prima metafora che m'è venuta è quella :S
    appena mi viene qualcosa di altrettanto efficace lo cambio, giuro

    @antonio: hai proprio beccato il cambio di stile. mi sto esercitando molto. credo di aver fatto qualche passo avanti. vorrei mantenere il mio stile completandolo con questo nuovo che sto sperimentando.
    roth l'ho amato con everyman (tra le mani ho l'umiliazione) ma devo ammettere che colui che mi sta aprendo in quattro la testa è quel fenomeno di ian mcewan. dopo chesil beach (stratosferico) adesso sto leggendo espiazione. per quel che mi riguarda, mcewan e wallace sono i due che a livello tecnico e descrittivo (personaggi vivi, sentimenti descritti come Dio comanda, forse ancora meglio) primeggiano.

    vi ringrazio di cuore
  • antonio monteleone il 25/03/2011 20:35
    oh per bacco che cambio di stile Guido. Completamente diverso dal Guido che correva veloce come un razzo nei precedenti racconti. Hai abbandonato la scrittura spezzettata delle tue precedenti scritture per dedicarti ad un scrittura che respira, che attende, che mi piace molto.
    Ironia, romanticismo e cinismo fanno parte di un racconto da inserire tra i tuoi migliori.
    P. s che ti sei messo a leggere Philip Roth?
  • Michele Rotunno il 25/03/2011 20:34
    Ti sei messo a fare l'apprendista muratore per caso? Comunque ti proibisco categoricamente di parlare di caciocavalli penzoloni. Sai benissimo che vi sono dei diritti acquisiti. Ok?
    Fammi arrivare a quell'età e ti dirò cosa si prova in quei momenti.
  • Guido Ingenito il 25/03/2011 20:18
    ehi gianni!
    approfondisci ancor più la pignoleria! dimmi dove hai trovato difficoltà!
    grazie per i complimenti di contorno
    i tuoi consigli non possono che aiutarmi a progredire
  • Giovanni Barletta il 25/03/2011 15:56
    Ehi, Guido! Mi piace questa tua incursione in altre età! Magistrale il cambio di tono che da il senso vero dell'amore che scocca. E grande il finale.
    Giusto per pignoleria, trovo qualche difficoltà nella prosa della descrizione iniziale.
    Comunque bravo!

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