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È la scelta giusta?

Una sera in preda alla disperazione guardavo le mie foto che avevo caricato sul computer. Rivivere dei momenti del passato mi fa sempre sentire meglio permettendomi di non pensare alla situazione attuale. Sono laureato in economia e marketing con 100 e lode, i professori mi riempivano di complimenti confermandomi che avrei avuto un buon futuro, ma nonostante tutto sono ancora disoccupato. E non per scelta, ma perché di lavoro oggi non se ne trova, ai giorni nostri le possibilità di ottenerlo sono veramente poche. Dovrebbe essere un diritto oltre che un dovere, ma quando si parla di pretese i cittadini vengono messi sempre su un secondo piano. Per i governi è più importante esaudire le volontà di istituzioni più importanti, come le banche, le industrie, la chiesa. Bisogna avere una gran fortuna, la stessa che serve per fare un 6 al superenalotto. Quindi sono laureato e lodato, esperto e preparato, ma disoccupato.
Tra le varie foto trovo quelle che mi ritraggono con varie ragazze. Con alcune ci eravamo promessi un futuro insieme, anche di mettere su famiglia, ma tutti i nostri sogni, i nostri progetti, hanno avuto termine. Ogni volta germogliavano lentamente per poi infrangersi, come foglie spazzate dal vento. Altre immagini mi rappresentano in compagnia di amici. Pensavo che almeno questo legame dovesse essere più solido, e invece me ne sono rimasti ben pochi, di amici. La mia attenzione venne catturata da un'immagine che mi immola in compagnia di Andre, Jack e Matte seduti in Bigger Place. Che periodo felice che era quello! Tutti insieme cantavamo canzoni più o meno famose, dai Queen ai Doors, dai Red Hot Chili Peppers a Bob Marley mentre, a turno, Jack e Andre si alternavano alla chitarra. Era diventata un'usanza ritrovarci lì tutte le sere e, nel frattempo, consumare qualche bottiglia di vino rosso. Soprattutto quell'estate, quella di 6 anni fa. Avevamo sostenuto la maturità ed eravamo pronti ad affrontare il mondo con il primo riconoscimento della nostra vita, un diploma.
Andre voleva iscriversi a giurisprudenza. Già allora pensavamo che l'Italia avesse bisogno di politici migliori, per questo motivo il mio amico iniziò a frequentare quella facoltà. Era di certo uno dei suoi maggiori obiettivi quello di influire sulle scelte del nostro paese. L'ultima volta che lo vidi mi disse che era molto difficile per una persona onesta farsi strada in quell'ambiente, bisognava scendere a compromessi, molti dei quali si basano su favori personali. Jack era affascinato dalla medicina. Non esitò a intraprendere quel corso di studi, ma il suo entusiasmo diminuì non appena scoprì quanto era difficile essere un esperto e non avere un parente o un amico dal quale farsi dare un piccolo aiuto, in parole più semplici, una raccomandazione. Matte invece non aveva mai amato studiare e il solo pensiero di iscriversi in un'università gli provocava il disgusto. Era andato a lavorare come sportellista bancario siccome aveva un diploma tecnico. Allora pensavamo che non avesse tante possibilità senza una laurea, oggi non ne sono così sicuro.

 

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1 commenti:

  • ELISA DURANTE il 06/04/2011 09:58
    La domanda posta nel titolo viene confermata dalla narrazione di uno "spaccato" sociale che "spiaccica" le aspettative di molti giovani. Oggi come ieri, purtroppo. Non è una novità. Il racconto è scorrevole. Vorrei tanto che fosse solo un frutto della fantasia.

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