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La dea bendata

Accade molte volte che giovani, ragazzi di grandi promesse finiscano per un motivo o per un altro a non soddisfare chi credeva in loro. E'la storia di Fortunato. Il nome non rispecchia la sua reale natura, mai la dea bendata seppe accompagnarlo nella vita. Amante della letteratura, ha vissuto leggendo dai 10 anni alla sua morte una cultura pari a quella di professori liceali, ma purtroppo nella società moderna non sembra essere più importante la cultura e ragazzi molto interessati, finiscono ingloriosamente la carriera scolastica, colpevole un debole in una materia pratica:lingue, matematica, lingue morte.
È ciò che accadde a Fortunato. Complice nettamente anche i professori che lo reputavano debole, asociale incapace. E fu così che Fortunato finì troppo presto la scuola. Aveva idee ben chiare su attualità, storia, letteratura ma il timore di intervenire, rispondere ed una netta balbuzie rese impossibile esprimere la sua conoscenza. Tremante, punto debole era il suo arrosamento che lo rendevano quasi irriconoscibile e nelle mani nonostante la sua tenera età sopraelevavano eccessivamente le vene, e muoveva ritmicamente la testa verso sinistra come un tic e (la gioventù , si sa, non possiede compassione) i suoi compagni ridevano fragorosamente, i professori senza alcuna capacità di imporsi sui giovani neanche un aiuto diedero al povero Fortunato.
Non è sicuramente facile allevare un figlio cosi, necessitava uno psicologo delle attenzioni che la madre non aveva intenzione di concedergli. Era una donna consumata dal tempo lavorò una vita speranzosa che uno dei suoi figli potesse soddisfarla, infatti oltre Fortunato, generò due figli più grandi che non diedero sicuramente soddisfazioni, si sposarono giovani ed avevano un travaglio modesto, uniche persone con le quali, se non messo sotto pressione, Fortunato riusciva a comunicare e socializzare, ed era evidente come la sua cultura spiazzava i fratelli. Dunque una situazione familiare usuale ma con una madre, vedova, non giovane, e pur non dandolo a vedere scontenta della sua esistenza ed erano tante le maschere che usava con i figli e le amiche. Bastava una solo goccia a far affondare la nave. Fu la bocciatura di Fortunato. La reazione della madre non fu indifferente per il ragazzo che sentì una grande responsabilità sulle spalle e ne soffriva, mentre la madre che mai aveva espresso la sua rabbia generale nei confronti della vita la scaraventò su Fortunato. Dapprima si toccò la fronte sfiorando i capelli grigi pensò per rendersi conto realmente di cosa accadde e, infine, la nave che da tanto tempo barcollava, affondò. La donna vide in un attimo spegnersi ogni speranza di realizazzione nella proprio vita, e ne andò di mezzo il povero Fortunato. Da allora il suo rapporto con i familiari ando deteriorandosi e nemmeno il suo amato Voltaire lo rasserenava e veniva trattato con sufficienza come se il loro amore dipendesse dalla propria realizzazione professionale, ipocriti che poi vanno in chiesa senza mai capir bene le fondamenta del cristianesimo, come, Fortunato, leggeva nei libri di Voltaire. Dovette seppur a malincuore lavorare, continuando a vivere con la madre poichè quest' ultima diceva

-Se devi oziare in casa mia ti conviene portare qualche soldo a casa.

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 03/04/2012 15:49
    molto bello questo tuo, complimenti

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