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Il baule salvato

I soldati tedeschi dopo il 25 aprile del 1945 erano ormai in ritirata e ben presto, all'inizio dell'estate, arrivarono anche nei paesini più dispersi del Cadore. Erano cattivi e nervosi, non avevano alcun rispetto né per le persone, né per gli animali e men che meno per gli oggetti.
Dietro le loro spalle lasciavano lutti: uccidevano chi osava ribellarsi alle loro angherie, commettevano atti di vandalismo, soprusi e razzie. Saccheggiavano granai e dispense, uccidevano il bestiame. Se nelle case trovavano qualcosa di buono lo rubavano, lasciando gli indifesi abitanti sgomenti e avviliti, lì a ringraziare il Cielo di essere ancora in vita. Anche il pollaio di proprietà della famiglia di Angelino, ragazzino di otto anni molto vivace, fu svuotato delle sue abituali inquiline: Bianchina, Nerina e Rosetta... Finite impietosamente nelle pance dei "mangia crauti". Perciò Giovanna, madre di Angelino, decise di nascondere il baule che conteneva la biancheria di casa, per evitare fosse trafugato dai soldati tedeschi. All'interno di quel baule c'erano lenzuola e asciugamani di lino inframmezzati da sacchettini di lavanda essicata che rilasciavano un buon profumo. Quella biancheria oltre a costituire la dote di Giovanna era un tangibile ricordo della sua mamma e nonna cui appartennero alcuni pezzi di quel corredo. Si trattava di stoffe preziose, con il monogramma ricamato a mano a punto erba e punto giglio, con decorazioni floreali in rilievo molto elaborate. Gli orli erano lavorati a punto a giorno e c'erano pizzi e merletti sapientemente inseriti fra le trame: un lavoro paziente delle donne di famiglia durato anni, un bene che si tramandava, sempre rinnovato da mani pazienti e laboriose... Giovanna dunque prese una pala e con l'aiuto di Angelino scavò una buca profonda, poi con fatica, madre e figlio trascinarono il baule fino alla buca e lo fecero scivolare dentro. Lavorando alacremente, lo ricoprirono con terra e sassi, poi per precauzione, costruirono sopra a quel nascondiglio una catasta di legna. Furono molto bravi ma soprattutto veloci. Stanchi rientrarono in casa, dove Giovanna incominciò a preparare la cena.
Com'era normale in quei tempi la latrina era a caduta libera e si trovava fuori di casa, vicino al pollaio ormai desolatamente vuoto e silenzioso.
Angelino dopo aver cenato, dovendo provvedere all'espletamento delle sue funzioni fisiologiche, uscì dalla porta rendendosi immediatamente conto che vicino alla catasta di legna costruita poco prima, c'era qualcuno. Con passo veloce e leggero andò allora a rinchiudersi nel gabinetto fatto di legno e dalle fessure fra le assi vide che la persona vicina alla catasta di legna era un soldato tedesco in divisa, con il fucile in spalla il quale, essendosi probabilmente accorto della terra smossa, stava scavando con le mani per vedere cosa ci fosse sotto la legna... Angelino non ci pensò due volte: tirò su i calzoni, allacciò alla meglio le bretelle e senza far rumore uscì dal gabinetto. Approfittando della posizione prona e precaria del soldato, il ragazzo raccolse tutte le sue forze e gli sferrò un solenne, fortissimo calcio nel sedere facendolo ruzzolare a terra con la testa fra i pezzi di legna che gli cadevano addosso e le gambe in aria. L'uomo annaspava nel tentativo di liberarsi gridando "Hilfe, Hilfe!" e Angelino pensò che, se la paura non gli avesse impedito di ridere, la scena sarebbe stata davvero divertente. Poi, velocissimo corse in casa prima che l'uomo potesse vederlo.

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0 recensioni:

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10 commenti:

  • Fernando Piazza il 12/12/2011 11:42
    E bravo Angelino. Ben fatto! Sveglio e dotato di un opportuno senso di improvvisazione, riesce al contempo a salvare un "tesoro" inestimabile e a togliersi la soddisfazione (cosa non da poco) di assestare una bella lezione al "curioso" mangia crauti. Racconto gustoso e ben narrato.
  • Bruno Briasco il 24/04/2011 19:58
    Schegge di vita che si portano nel cuore dopo una dolorosa vita vissuta nella paura e nel degrado di allora.
    Bella la dscrizione da te raccontata fino nei particolari dei "pizzi e merletti" tramandato da genitore a figlia per generazioni. Complimenti Lidia. piaciutissimo davvero.
  • lidia filippi il 18/04/2011 13:47
    Ma grazie Noir Santiago! La tua è una riflessione interessante; sono lieta che il mio racconto ti sia piaciuto. Un saluto
  • Noir Santiago il 18/04/2011 10:48
    Ciao. Che grinta il nostro protagonista. Che uomini saremmo se non difendessimo le cose a cui teniamo? Ci sono degli oggetti che per la gente possono valere molto poco, quando invece per chi li possiede sono dei tesori. Dopotutto anche 500 euro sono solo carta, eppure c'è chi scannerebbe per averli in tasca ora come ora. Le cose hanno un valore quando gli viene attribuito. Bello.
  • lidia filippi il 18/04/2011 08:46
    Hai ragione Elisa, si tratta di un episodio di vita vissuta che a forza di sentir raccontare mi è sembrato di aver assistito al fatto, così ho deciso di scriverlo. Grazie di avermi letta, un saluto e un abbraccio
  • ELISA DURANTE il 18/04/2011 07:53
    Questo racconto sembra una "storia di famiglia" e non frutto d'invenzione. In tutti e due i casi, complimenti! E piacevole e si legge d'un fiato!
  • lidia filippi il 17/04/2011 22:19
    Grazie per avermi letto Michele! Ci sono cose che appartengono al passato e non si dovrebbero dimenticare... Buona settimana di Pasqua!
  • Michele Rotunno il 17/04/2011 22:13
    Un racconto scritto con estrema scioltezza. Complimenti.
  • lidia filippi il 17/04/2011 17:27
    Ciao carissimo! Grazie. Buon pomeriggio
    ps:non trovo la tua poesia alla quale accennevi! Mi mandi il link per favore?
  • Anonimo il 17/04/2011 17:21
    Molto bello... realista al massimo. Mi è sembrato di vedere la scena... poteva essere una tragedia ed invece è diventato un episodio comico... molto ben scritto. Bravissima... ciaociao, lidia.

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