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Luca & guido

Un suono lontano di archi, forse qualcuno provava a diventare de André.
Il divano aveva su uno dei braccioli una sbavatura di rossetto, il ricordo di una principessa felice; le finestre chiuse, quadri di dubbio gusto appoggiati per terra, la lampada stava in piedi per grazia e ogni tanto accusava il sonno, lanciando frammenti di buio in cui gli occhi disegnavano i profili delle cose andate, come le stelle. Un tavolo bianco al centro della stanza.
Non avendo altro da fare Guido si schiarì la voce.
"la Juve non è una grande squadra. Nel complesso potrebbe anche andare, ma manca di un regista che faccia girare la palla, un pensatore."
Luca era un tifoso sfegatato, lo toccava nel vivo quell'affermazione che ormai accompagnava la sua squadra da quando era tornata in serie A.
"ma non capisci? Siamo perfettamente democratici. Una cooperativa. Tutti servono, nessuno prende decisioni da solo. Ogni volta l'idea passa da una testa ad un altra e così arriviamo alla soluzione"
Nonostante vibrasse in lui una certa veemenza nelle parole, Luca faceva fatica a parlare. Colpa forse dell'instancabile soggezione che provava nei confronti di Guido, o della sua timidezza. Parlare con Guido gli piaceva, anzi gli piaceva il fatto che Guido parlasse con lui. Tutti quegli aneddoti, tutta la chiarezza che trovava nel risolvere quelli che per Luca erano dolori, motivo delle sue angosce.
Guido dal canto suo regalava le sue perle noncurante, svogliato, pareva che i pensieri gli passassero davanti implorando di essere svelati al mondo. Nessuno sapeva in realtà di cosa si occupasse. Era immanicato un po' in ogni parte di Torino. Con lui si evitavano le file in discoteca, si beveva gratis nei locali giusti, cosa che attirava sempre un gran numero di ragazze, assolutamente indifferenti al potere che poteva trasparire dalle riverenze dei baristi, piuttosto interessate al fascino inspiegabile che emanava quel ragazzotto sulla trentina.
Luca si era abituato a venire sempre in secondo piano in quelle occasioni. Addirittura quando camminavano gli sembrava sempre di seguirlo, non sapendo mai quale effettivamente era la direzione che intendeva prendere. Anche quando parlavano con amici comuni, Luca stava sempre mezzo passo dietro, cosa che non notava quasi mai nessuno. Tranne una volta, quando una ragazza, non particolarmente bella in verità, lo tirò a sé sorridendo e gli parlò nell'orecchio sfiorandolo di tanto in tanto con punta della lingua. Gli disse che quella notte la sua coinquilina non era in casa e che aveva tanto bisogno di compagnia. Paura del buio. Luca tergiversò e alla fine rifiutò. Diceva di essere un cacciatore, e di avere il bisogno di catturare le proprie prede. Peccato che per la caccia a Luca mancasse il fucile, l'unico motivo che l'aveva spinto a rifiutare era la brutta figura che avrebbe fatto con Guido, che invece conquistava sempre le più desiderate. Luca quella notte a casa si masturbò.
C'era stato una volta, un episodio di cui Luca andava assai fiero. Si erano dati appuntamento in piazza della repubblica, verso le dieci. Luca notò Guido contro una colonna e un piccoletto che, agitato, gli gridava in faccia. Luca avvicinandosi facendo meno rumore possibile raccolse tutte le monetine che aveva in una mano e chiuse il pugno, ma quando fu arrivato ad un paio di metri vide i due scoppiare a ridere, risa che non aveva mai visto sul viso vissuto del suo amico. Così arrivando salutò educatamente e venne presentato ad un certo Jack, vecchia conoscenza di Luca, che stava appunto raccontando della disavventura che gli era capitata qualche sera prima. Luca non disse niente riguardo all'agguato che stava per fare, ma gli riempì il corpo di sicurezza sapere che in una situazione del genere ormai non sarebbe più scappato, ma avrebbe agito.

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4 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Stanislao Mounlisky il 11/04/2015 05:39
    Un giallo che tracima nell'horror con naturalezza raccapricciante

4 commenti:

  • mario pascosky il 25/04/2011 23:14
    sono contento che tu voglia leggere qualcos'altro. questo vuol dire che oltre ad annoiarti ti ho anche incuriosito ciao e grazie
  • Massimo Bianco il 24/04/2011 22:16
    A dire il vero durante la lettura mi stavo annoiando un po', tra alcune lungaggini e un rapporto tra due amici che non mi prendeva molto. Certo però che il finale cambia decisamente la prospettiva del racconto. Non amo la ricerca del colpo di scena finale a tutti i costi, tuttavia... Prima di esprimere giudizi precisi aspetto di leggere qualcos'altro di tuo. Saluti
  • mario pascosky il 24/04/2011 12:53
    grazie santiago!
  • Noir Santiago il 24/04/2011 08:56
    Ciao. Mi ricorda la storia del cannibale tedesco o austriaco... comunque niente male davvero, il colpo di scena è il finale ed è scritto molto bene.

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