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Un incontro inaspettato
Sto guardando il panorama che questo promontorio deserto offre, ed è bellissimo, una miriade di luci che s'inseguono a perdita d'occhio, lampioni, finestre accese, fari di automobili, tutta la città sottostante è un groviglio di luci che mi fanno sentire al di sopra di tutto, qui, dove nessuno c'è stasera, da solo con me stesso e tutto il peso dei miei pensieri, chissà come mai sono venuto proprio qui, nemmeno io saprei dirlo con certezza. Sento dei passi dietro di me, sono sicuro che si tratti del passo di una donna, i tacchi si distinguono benissimo, ma io non mi volto.
<<Scusa, avresti mica da accendere?>>
Una voce soffice, calda, arriva dalle mie spalle, mi volto e resto folgorato, una bellezza unica, mai vista prima, una di quelle che anche se sei dall'altro lato della strada ti volti a guardare se per sbaglio anche lei ti abbia notato, un desiderio vano, le ragazze come lei non si voltano mai.
<<Allora?>> insiste, ha ragione sono rimasto muto come un pesce.
<<Si, scusami.>>Sto per porgerle l'accendino, ma mi fermo a metà strada.
<<Facciamo uno scambio equo, io ti faccio accendere ma tu mi offri una sigaretta, sono rimasto a secco.>>
Lei sorride, mostrando denti bianchissimi, è una gioia per gli occhi questa ragazza, una vera meraviglia, anche se provassi a raccontare e a descrivere la sua bellezza non riuscirei mai a renderle giustizia, bisognerebbe vederla per poterne afferrare anche solo in parte la vera entità.
<<D'accordo, mi sembra giusto.>>
Estrae dalla borsetta nera il pacchetto, me ne passa una, ringrazio e lei mi ringrazia a sua volta.
Stranamente non si allontana, resta qui con me, non che la cosa mi dispiaccia, ma mi fa uno strano effetto.
<<Ti sembro invadente se ti chiedo come mai sei qui tutto da solo?>>
Questa domanda mi sorprende.
<<Dovrei essere io a farti questa domanda, una ragazza, di sera, tutta sola in cima ad una montagna, è molto più strano non credi?>>
Sorride ancora, svengo, allarga impercettibilmente le labbra rosa per far uscire fuori il fumo.
<<Comunque... >>proseguo <<stasera non è stata affatto una buona serata, anzi ultimamente di buone serate non ce ne sono state punte, così ho preso la macchina ed ho guidato senza meta, e alla fine mi sono ritrovato qui.>>
Lei non sorride più, aspira un po' di fumo.
<<Siamo in due allora.>>
È strano, due persone che non si conoscono accumunate da qualcosa che quando lo vivi singolarmente pensi di essere l'unico a star male, invece al mondo ci sono altre persone che stanno come te, se non peggio, stasera ho trovato un'anima in pena come me.
<<E che cos'è che ti ha fatto prendere e guidare senza meta?>>
Bella domanda ragazza mia.
<<Non saprei, con precisione, posso azzardare un'ipotesi.>>mi fermo un attimo cercando le parole più adatte <<Credo di essere stanco, stanco di guardarmi attorno e non vedere altro che persone ipocrite, anche chi mi è stato accanto per la maggior parte di tutti gli anni della mia vita, stanco di essere costretto ad amare in silenzio quando il mio amore fa un rumore potente.>> mi fermo, mi accorgo di quello che ho detto solo nel momento in cui l'ho pronunciato, ormai è tardi, l'ho detto, sono stato troppo diretto, troppo aperto con questa sconosciuta, ma mi è venuto spontaneo, forse è solo perché sono davvero stanco, stanco anche di essere forte, ultimamente ho solo voglia di piangere, ma non ci riesco.
Lei mi guarda, sposta lentamente il suo sguardo verso il panorama, cammina verso il parapetto e getta la sigaretta facendo un ultimo tiro, appoggia gli avambracci sulla ringhiera, una brezza leggera le fa volare i capelli nel vento e il suo profumo mi arriva alle narici tutto insieme, è dolce e intenso, vorrei chiudere gli occhi per assaporarlo meglio, ma lei potrebbe girarsi e vedermi, che figura ci farei?!.
<<Ti capisco benissimo, e capisco anche che sei un tipo piuttosto riservato.>> Sentenzia lei come se avesse capito in quel momento chi sono.
<<Wow.>>dico io <<Sei una psicologa?>>
Ride.<<No, assolutamente, però ho studiato psicologia.>>
Rido a mia volta.
<<Anche io ho una infarinatura di base.>>
<<Dimostramelo!>>Dice lei in tono di sfida.
Mi avvicino, la osservo attentamente, è davvero bellissima, il mio sguardo non la mette a disagio, anzi, sostiene i miei occhi apparentemente senza problemi, questo non mi dà molto coraggio per dire quello che voglio, ma lo faccio lo stesso.
<<Bèh, sei sicuramente una ragazza con la testa sulle spalle, non hai troppe inibizioni e ti piace vivere, anche se stasera sei qui per via di un ragazzo troppo stupido che non ha capito cosa vuoi, hai trovato me, uno sconosciuto, mi hai chiesto l'accendino, e poi sei rimasta ed hai attaccato bottone, perché avevi voglia di parlare con qualcuno, ma non una persona qualunque, avevi bisogno di parlare con chi non ti conosce, e sai perché?, perché qualsiasi cosa tu mi dirai stasera io non potrò dare giudizi che ti peseranno domani.>>
Il suo sguardo è meno sicuro di prima, ciò mi indica che ho centrato in pieno il bersaglio, adesso lei è al mio stesso livello, e non c'è posto dove possa nascondersi, l'ho disarmata, adesso sta a lei decidere se rimanere o andarsene. Si volta di nuovo verso il panorama, socchiude gli occhi, poi si volta ed ha di nuovo la sicurezza nello sguardo.
<<Hai studiato meglio di me!>>
Ridiamo insieme.
È bello trovare qualcuno così per caso e scoprire di essere simili ad un livello così profondo, mi fa stare meglio.
<<E così.>>Interrompe lei le nostre risate <<Sei qui per via di una ragazza?!>>
Annuisco con la testa mantenendo un sorriso sulle labbra che non mi appartiene.
<<Anche io.>>
La guardo con aria sospettosa.
<<Anche te sei qui per via di una ragazza?!?>>Le domando scherzoso.
<<Ovviamente no, anche io sono qui per lo stesso motivo come hai detto tu, sono qui per via di un ragazzo.>>
<<Menomale!>>controbatto io <<Sarebbe stato uno spreco.>>
Il primo complimento che le faccio, non è un granché, anzi credo sia il peggiore che abbia mai fatto in tutta la vita, ma lei sembra aver accettato di buon grado la mia ironia.
<<Grazie, sarebbe uno spreco anche se tu fossi qui per via di un ragazzo!>>
Anche il suo complimento non è dei migliori visto che ha praticamente copiato il mio, ma va bene così.
Restiamo in silenzio, guardando a momenti la città sottostante e a momenti gli occhi.
Se dovessi descrivere questo incontro direi che è stato del tutto inaspettato e singolare, un bell'incontro, decisamente.
<<Insomma, me lo vuoi dire come ti chiami o preferisci rimanere nell'anonimato?>> esordisco io.
<<Potrei chiederti la stessa cosa sai?!>> controbatte.
Ha ragione ovviamente, è che tutto quel silenzio mi ha messo un po' a disagio, e non mi capita mai, io amo il silenzio, credo nel suo potere.
<<Mi chiamo Dylan!>>
<<Molto piacere, Clarissa.>>
Mi tende una mano perfetta, curata, morbida, la sua stretta è sicura, forte, vigorosa, la mia in realtà sarebbe molto più floscia, ma col tempo ho imparato a dare energiche strette di mano, dicono che sia sinonimo di sicurezza, e anche io voglio dar l'impressione di essere una persona sicura e decisa anche se in realtà non lo sono poi così tanto.
Lei guarda l'orologio.
<<Si è fatto tardi, devo andare.>>Lo dice con tono dispiaciuto.
<<Si, in effetti è proprio tardi.>> la sostengo io.
Mi fa un sorriso bellissimo e mi dice << Bèh, Dylan, alla prossima volta.>> mi guarda con l'aria di chi la sa lunga e la sa anche raccontare, e aggiunge un <<Forse!>> detto ciò, mi dà le spalle e dal nulla come era arrivata, nel nulla se ne va.
Resto ancora un po' qui, a pensare a questo strano e piacevole incontro, e soprattutto al fatto che durante tutto il tempo che Clarissa è stata con me non ho pensato nemmeno un secondo al motivo per cui io sono venuto fino a qui. Il destino, non ci ho mai creduto davvero, e forse adesso se la sta ridendo come un matto per avermi giocato questo tiro. Sorrido, e in questo sorriso si cela una speranza, di che cosa non saprei dirlo con certezza, però devo dire che la vita mi ha sorpreso, una giornata partita davvero male è finita in modo del tutto inaspettato e sento dentro affacciarsi un piccolo spiraglio di luce, forse la felicità è più in queste piccole cose che in monumentali gesti che spesso e volentieri non concludono niente. Torno a casa, vado a dormire e l'unico pensiero che mi coccola porta il nome di Clarissa e mi ritrovo a fantasicare su un possibile futuro insieme a lei. Chiudo gli occhi, spero di non sognare lei, altrimenti non vorrei svegliarmi mai più.
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