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Harrison's ville

L'idea di raggiungere gli amici alla Bishop's Valley era stata di Dawson. La Seat proseguiva lentamente sulla strada sterrata, e i rami degli alberi a lato graffiavano di tanto in tanto il tettuccio della vettura. Seduta di fianco al suo ragazzo, Sarah Lever sbuffava sperando che quella giornata finisse presto. I motivi erano due: il giorno dopo sarebbe dovuta andare vedere la recita della sua sorellina, poi, raggiungere gli amici di Dawson in montagna, significava assorbire la presenza di sua cugina, che non riusciva a stare zitta nemmeno per un istante. Era un sabato pomeriggio, e il sole era scomparso da circa venti minuti dietro alle vette delle montagne circostanti. Una buca fece sobbalzare l'auto, e Sarah lanciò uno sguardo al suo ragazzo.
Dawson Queery si sistemò il cappello rosso sulla testa, rimanendo con lo sguardo fisso sul tragitto.
- Amore, ti prometto che ti divertirai.
Sarah fece una smorfia. - Immagino.
- Mi farò perdonare.
- Spero solo che tu e i tuoi amici resterete sobri.
- Non ti fidi?
- Diciamo che ho qualche dubbio-, rispose lei guardando dal finestrino.
Sarah era una ragazza modello, ottimi voti a scuola, un lavoro sicuro come psicologa, e vantava un fisico da urlo: alta, capelli biondi con una frangia che ricadeva sugli occhi, e un naso a punta che le faceva mantenere il classico viso da adolescente, pur essendo ventitreenne da pochi mesi. Lei e Dawson si erano conosciuti due anni prima in un pub a Crowley City, nel Massachusetts, e per Sarah era stato amore a prima vista.
Dawson era il classico stallone che faceva girare la testa a ragazze con un fisico spettacolare ma senza cervello. Sarah invece era una via di mezzo: un fisico stupendo, e un'intelligenza altrettanto invidiabile.
- Questa zona è la più isolata della contea-, spiegò lei portandosi i capelli dietro alle orecchie.
Dawson annuì. - Qui intorno non abita più nessuno da molti anni.
- Ci sono solo radure, alberi e montagne.
- Guarda il lato positivo tesoro-, continuò il suo fidanzato, - potrai stare in un posto tranquillo in mia dolce compagnia.
Sarah sorrise squadrandolo, era proprio il ragazzo adatto a lei: muscoloso, un viso spigoloso con gli zigomi evidenti e capelli corti neri.
La Seat rallentò per fare una curva a gomito.
- Sembra la strada che porta al castello di Dracula.
- Sarah non iniziare con le tue fantasie, sai benissimo che non mi spaventi.
Lei sorrise alzando le spalle.
- Eppure dovresti sapere che questa zona è considerata maledetta da molte persone.
Dawson scosse la testa restando concentrato sulla guida.
- L'anno scorso è stato ritrovato il cadavere di una ragazza nel bel mezzo del bosco: il viso era sfigurato.
- Ecco la statua!
A una ventina di metri davanti a loro, sovrastata da rami che le ricadevano sul fronte, una donna in pietra scrutava la strada.

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1 commenti:

  • Ugo Mastrogiovanni il 11/05/2011 15:38
    Molto bravo questo ragazzo, ha la stoffa per diventare un grande scrittore. Rapido e inaspettato il susseguirsi degli avvenimenti, buona la descrizione degli scenari, ottima la funzione dialogica e la sorpresa. Ammirevole anche la concatenazione di riflessioni interne o nella veste di semplice battuta. In tutto il lavoro un solo errore "sopracciglia" scritto con una c, (Sarah inarcò le sopraciglia. - Lo spero) ed è perdonabile perché gli altri 10 sono scritti esattamente.

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