-"Ciao!", aveva appena salutato le sue amiche, dopo aver trascorso una mattinata con loro; insolita, diversa, in cui dopo anni di rifiuto premeditato, era tornato in quel luogo, origine e causa di liberazione di tutti i pensieri. Prese le sue cose e salutate le amiche si diresse a casa; le poggiò a terra in cerca della chiave, l'oggetto fondamentale per salutare i raggi di un sole pomeridiano che avrebbe incontrato nuovamente l'indomani. Aprì la porta, sali le scale, giunse all'ingresso, pulì i piedi, lasciando tracce del luogo in cui era stato ed esclamò - "Eccomi". Sull'uscio della porta, un'ombra; era sua madre, come al solito intenta a posare un libro nella sua immensa collezione e pronta a ingurgitarne un altro non appena trovato un po' di tempo libero per sè. Esordi con un -"non ti spaventare, ma non abbiamo notizie da questa mattina, non ti abbiamo detto nulla per non rovinarti la giornata". Probabilmente il suo viso assunse un volto tetro rispetto a ciò che la sua mente formulava, "un sonoro, non m'interessa qualunque cosa sia" e lei si senti in obbligo di continuare, raccogliendo tutta la sua calma e continuando a raccontargli quel poco che aveva saputo sul suo conto. S'incamminò nella sua stanza, posò tutto il suo bagaglio, adagiò il cellulare sul letto e giunto nel bagno si specchiò per constatare con i suoi stessi occhi il suo sguardo. Era regolare, come sempre, solcato da quei segni indelebili di chi non dormiva bene oramai da tempo. E un nuovo pensiero penetrò nella sua testa: "com'era possibile nascondere due personalità al proprio interno e non riuscire a trasmettere con tono ciò che la sua indole più intima mostrava all'occhio altrui". Tolse lo sguardo, si denudò e si diresse alla doccia, sperando che l'acqua purificasse il suo corpo eliminando l'entità che lo aveva tradito poco prima.
Fine prima parte