racconti » Racconti surreale » Santi e peccatori
Santi e peccatori
Piccola premessa, anche se le premesse mi stanno sulle palle.
Questo scritto e' solo frutto del mio pensiero e tengo a precisare che non seguo nessuna religione e ne faccio parte di nessuna setta religiosa, e' solo un viaggio armonico e spesso ludico che faccio con la mia mente nel campo delle religioni, non mi reputo un ateo, perche' il termine gia' precluderebbe una esistenza della stessa, quindi sono al di sopra di ogni credenza in uno spazio privo di pregiudizi che mi permette di promuovere il termine "religione" in una ricerca assolutamentissimamente mirata ad una espressione, che gli uomini nella storia della loro esistenza non ne hanno potuto fare a meno.
Quindi espressione, dialogo, credenza, devozione, ma anche magia, culto, interpretazione.
Gia' mi sono introdotto, con questa serie di termini in un vasto mondo da esplorare; gia' proprio come un exploratore mi addentro in una fitta vegetazione apparentemente vergine, e con gli strumenti del pensiero e delle idee cerco di farmi strada, non sapendo cosa incontrero'.
È proprio dall'associazione tra natura e espressione che voglio iniziare a spaziare con la mia mente, dato che molte credenze sono origine da fenomeni naturali, pioggia, fuoco, acqua, vento etc etc...
A volte penso agli uomini delle caverne, che non sapevano una sega di metereologia e quindi non riuscivano a spiegarsi fenomeni come i quali, terremoti, tsunami, incendi dovuti da fulmini, ma anche fenomeni naturali come il fiorire di un albero, la presenza di sorgenti termali, i vulcani, il mare, il cielo, la notte e il giorno, l'eclisse.
Santo cielo! Tanto per rimanere in tema, io stesso fossi stato testimone di tutto questo mi sarei prodigato a darmi delle risposte.
Al primo terremoto avrei creduto ad una entita' infima e cattiva, ostile all'uomo.
Al primo tsunami avrei creduto ad una entita' ancora più grande, devastante e crudele.
Al primo fulmine che genero' il fuoco avrei creduto ad uno spirito del male.
Alla vista del primo albero in fiore avrei creduto all'emergenza di una vita.
Alla vista di una sorgente termale e al lambire con una mano ad essa, avrei creduto alla magia.
Alla vista di un vulcano in eruzione avrei creduto al diavolo, agli inferi.
Alla vista del mare avrei creduto all'infinito nel protendersi verso il cielo.
Alla notte avrei associato la paura.
Al giorno avrei associato il desiderio.
All'eclisse avrei associato un DIO supremo, capace di annullare tutti gli eventi.
Eccoci qua, in breve tempo il cavernicolo che vive in me e' approdato a un DIO, esigenza data dal fatto che non mi so spiegare che sia un eclisse, tantomeno mi posso dare spiegazioni sugli altri eventi, in quanto cavernicolo ho gia' una serie di problemi esistenziali legati alla mera sopravvivenza, quindi chi me lo fa fare di andare a cercare tante speigazioni alle tante incognite che mi aspettano nella mia nuova veste di cavernicolo!
Gia' intendersi con i miei uguali e' una tragedia quotidiana, anche perche' proprio uguali non siamo, e non per caso il termine " simili " e' stato associato ad una specie, infatti tra i miei simili vedo che alcune " simile " son diverse da me, non hanno tra le gambe il batacchio, ma cio' non ha nulla a che vedere con la religione, altro sia quello strumento che fa suonare le campane delle chiese e non solo.
A questo punto abbiamo parecchi ingredienti pronti per imbandire una tavola, male, bene, magia, luce, tenebre, fuoco, vita.
Sto notando che ancora non mi sono imbattuto nella morte, la mia mente spazia ancora in una ampia area di fenomeni naturali che il cavernicolo associa a suo piacimento, cioe' crea dei credi che non hanno tanto bisogno di spiegazioni, occorre avere fede.
Sono approdato alla fede, ovverosia la mia mente cavernicola ha raggiunto essa.
Fede e credo porta il cavernicolo ad avere delle convinzioni, che difficilmente riesce a comunicare con i suoi simili, finche' un bel giorno questi si inventarono il linguaggio, e inizio' la comunicazione.
Mi domando come avvenne, ma non so darmi risposta, so solo dire che fu geniale.
Visto che non e' un libro scritto da un antropologo, me ne puo' fregar de meno come il fatto avvenne.
Durante questo mio viaggio con la mente, mi sono imbattuto in tanti elementi interessanti che legano lo stesso con le credenze e le religioni, e il raggiungimento della comunicazione per mezzo del linguaggio, tra la mia mente e il cavernicolo che vive in me.
Poi penso a Fassino alla politica e a tutta la merda del mondo, perdo l'ispirazione e penso pure a Omar che non era mai stato in Mexico, poi esco di casa e vado a farmi una tequila a Naucalpan sulla Gustavo Baz, pensando a Omar mi rispecchio nel bicchiere dai bordi cristallini di sale.
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0