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Viaggio mentale di un poeta

Il poeta era lì... guardava fuori dalla finestra, gli occhi persi nel nulla, insensibili al suggestivo paesaggio che avrebbe potuto catturare la sua attenzione e, forse, mutare il suo stato d'animo D'un tratto, come ritornato in sè da chissà quale viaggio mentale, la sua ispirazione ed il suo innato pessimismo gli suggerirono questi versi:
"All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro? Ove piú il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali,
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udirò piú il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né piú nel cor mi parlerà lo spirito
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
"Fermati"! Una voce autorevole eppur dolce lo fece trasalire. Si volse ed i suoi occhi poterono distintamente vedere una creatura evanescente, luminosa, bellissima, tanto che tutto il suo essere ne fu ammaliato.
"Chi sei"? - chiese il poeta, sgomento.
"Io sono memoria... io sono speranza... io sono amore".
"Cosa ti ha portato a me"?
"Il tuo dolore, la tua disperazione... ne ho udito chiaramente il richiamo e sono qui per alleviare la tua sofferenza.
Il poeta scosse tristemente la testa "Non puoi, nulla più mi consola, nulla può cambiare ciò che è stato, ciò che è... io non ho più speranza e non credo di essere più capace di amare... vedo solo il vuoto intorno a me e dentro di me... il vuoto".
"Sì, lo percepisco - aggiunse la creatura - e per questo sono qui, per farti riflettere. È vero, la vita può essere molto crudele per gli umani, vi priva della giovinezza, della salute, degli affetti più cari, ma... non vi toglierà mai i ricordi... essi sono la vostra più grande risorsa. Gli esseri viventi, animali e vegetali, sono destinati ad un percorso ciclico; essi nascono, si nutrono, crescono, si riproducono e, inevitabilmente, muoiono. Tuttavia gli esseri umani hanno il privilegio di conservare il ricordo delle persone che hanno fatto parte della loro vita, che hanno avuto un ruolo importante e positivo, che hanno lasciato impronte indelebili del loro passaggio. Se esse hanno dispensato in vita amore, assistenza, gioia... l'intenso dolore per la loro dipartita verrà sostituito dai bei ricordi, che indurranno ugualmente al pianto, ma sarà un pianto di profonda commozione, consolatorio, di gioia perfino, per aver avuto il privilegio di condividere le vostre esistenze, per la ricchezza di sentimenti trasmessi. Oh, ma non sarà sempre così... il tempo spazzerà via le lacrime e resterà solo il ricordo, che a volte vi indurrà al sorriso piuttosto, quando vi tornerà alla mente quella giornata particolare, quella festa in famiglia, quel regalo ricevuto, quella fiaba raccontata prima di dormire, quella parola buona, quell'abbraccio, quel bacio...

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1 commenti:

  • Anonimo il 10/07/2011 12:59
    i ricordi... già...'alla ricerca del tempo perdiuto'... lungi da me voler fare il sapientone ma, tra le poche cose che conosco, mi hai ricordato il Proust ed ovviamente tanti miei pensieri... bravabrava,