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Eppure la vita continua

Aeroporto di Fiumicino. Sono nella sala d'imbarco. Il volo per Parigi è in orario... Faccio le parole crociate guardandomi intorno. Arriva una coppia sulla cinquantina... Insieme a loro un ragazzo di una ventina d'anni. Lo sguardo intenso e triste esprime rassegnazione... la sua calvizia mi fa capire la sua tragedia. (Oggi molti giovani sono rapati a zero e non ci facciamo caso, vent'anni fa era un segno) In mano quelle grandi buste che contengono le crude immagini della malattia. Non stanno andando a Parigi per farsi fotografare sotto la Tour Eiffel né passeggiare sugli Champs-Elysées. No, vanno verso la speranza... In quell'ospedale ci sono dei luminari... e loro vanno... non possono lasciare niente d'intentato. Io mi lascio trasportare nella loro vita... divento quella mamma... mi sento morire... penso... come si fa a vivere con questo pensiero? No, io non potrei sopportare una tale prova... io non riuscirei ad andare avanti... Non ci voglio pensare! L'idea mi risulta insopportabile...
Siamo nel 2004... Sono passati quindici anni... Sto per diventare nonna per la seconda volta... Corro a Parigi dove vivono i miei cari... Aspetto il bagaglio... al dilà della vetrata c'è lui, mio figlio che attende. Lo guardo e, insieme a lui, scorgo una grossa nuvola nera che, si avvicina minacciosa. M'incammino, il cuore a mille, e man mano ho la consapevolezza che qualcosa di grave, una tegola ci sta cadendo tra capo e collo! Ho visto bene da lontano: ha il collo pieno di noduli vistosissimi! Faccio delle domande... No, non è andato dal medico... minimizza... ha paura. Anch'io ho paura!
Poi, il verdetto!!! Cancro! Si, chiamiamolo per nome... basta con l'espressione " brutto male"! Ci sono forse dei mali "belli"? Comincia il suo calvario, il nostro calvario: lunghi mesi di cure devastanti... Ed io? Sono andata avanti... pensavo che non avrei potuto vivere con un tale pensiero, con un dolore cosi grande... Eppure la vita continua...

 

l'autore Rose-Marie Avaro ha riportato queste note sull'opera

Volevo aggiungere che mio figlio ce l'ha fatta: adesso sta bene anche se rimane sotto controllo!


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2 commenti:

  • nicoletta spina il 07/07/2011 22:22
    Ci vuol coraggio per affrontare un malattia, per quella di un figlio il dolore e' anche più grande. E ci vuol coraggio anche a descrivere le proprie pene, la speranza, la forza di combattere e dare sostegno. Tu ci sei riuscita benissimo in questo racconto toccante che trasmette forza e consapevolezza. Complimenti... per il racconto e per la tua e vostra forza interiore. Un caro saluto.
  • Isaia Kwick il 07/07/2011 22:14
    Sempre viva la vita, procedere avanti con forza e con abile tenacia.

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