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La donna del bosco

Esce di casa, lasciando la porta leggermente accostata e si avvia per la strada che porta al bosco. sono le 7 di sera ed ha appena cenato con il solito panino al prosciutto. La luce del sole è ancora abbastanza abbagliante. Durante quella passeggiata gli vengono in mente alcuni ricordi che gli fanno cambiare idea sul fatto di ritornare a casa alle 8. Comincia ad accellerare il passo dalla rabbia che producono quei ricordi, come se qualcuno lo aspettasse alla fine di quel boschetto. Continua a ricordare cosa successe 8 anni prima: era il suo settimo compleanno ed i genitori lo lasciarono in casa mentre andavano a prendere la torta e qualche regalo. Avevano promesso di impiegare massimo 30 minuti di tempo. Ma da quella porta, un'ora dopo, non entrarono i genitori con i regali, ma lo zio del bambino con la fidanzaata che lo seguiva, obbediente come un cagnolino. Nessuno fece una parola, fin quando all'ora di cena, gli zii spiegarono cosa era successo al padre ed alla madre del bambino, ma grazie al linguaggio molto complicato che usavano capì solo che erano stati uccisi mentre andavano al negozio di giocattoli. Si alzò e lasciando la cena a metà si chiuse in camera piangendo. Lo zio non si curò minimamente della sua malinconia, ma si ritirò tranquillo nella sala a fumare una sigaretta, invece, la donna che il ragazzino chiamava zia, lo seguì e lo consolò per qualche minuto, fin quando lo zio la chiamo per asciugare la vodka che aveva appena versato sul pavimento. Finì anche quell'estate e ricominciò la scuola, e spettava all'uomo accompagnarcelo, che rispettò questa regola solo per alcune settimane, finché, per qualche strano motivo, cambiò idea all'improvviso e lo accompagnava fino a metà strada, poi girava tutte le mattine verso la via dove si trovava il bar, e alle 4 non tornava a riprenderlo. L'unica cosa che gli ripeteva ogni mattina era: "non raccontare tutto questo alla mia fidanzata, tua zia". Però una mattina, all'entrata della scuola, il bambino si accorse che era avvenuto qualche problema all'interno della struttura e che per quella settimana la scuola sarebbe rimasta chiusa. Si avviò verso il bar per tornare con lo zio a casa, ma la scena che gli si presentò davanti non era esattamente quella che si aspettava: l'uomo stava baciando un'altra donna che non era sua zia. Rimase in silenzio ad osservare la scena per qualche minuto, poi decise di tornare a casa da solo, quando il proprietario del bar gli chiese se aveva bisogno di qualcosa o se qualcuno l'avesse disturbato. Entrato, raggiunse la zia nella cucina, e con tutta l'innocenza di un bambino, raccontò ciò che aveva visto, come se fosse la cosa più normale del mondo, e in fondo, per un bambino lo era. Lei si recò immediatamente nella sua stanza e preparò una valigia molto grande per il suo ragazzo dove mise tutto ciò che gli apparteneva. Fece tutto ciò sotto agli occhi stupiti del ragazzino. Arrivato lo zio lei gli impedì di entrare e gli ordinò di prendere la valigia che lo aspettava davanti alla porta. Dopo calci, urla e tanto spavento per zia e nipote, l'uomo se ne andò. Ma i problemi non finirono lì: la povera donna cadde in depressione, e stava chiusa in casa 24 ore su 24 a fumare ed a bere. Iniziò anche a prendere delle strane pasticche ed a farsi delle punture sul braccio, ed il bambino la guardava spaventato di nascosto. Passarono in quella situazione 4 lunghi anni, la donna era molto aggressiva sotto l'effetto dell'alcool, ed il 23 dicembre morì. I medici dissero che morì per overdose e la portarono via. Il ragazzino venne portato in un orfanotrofio e vi rimase per un anno intero, finché non scappò portando con se tutti i soldi che aveva guadagnato lavorando con i custodi. L'orfanotrofio, ospitando oltre 890 bambini e 50 responsabili, non si accorse che ne mancava uno. Tornò a casa e vi rimase in segreto, guadagnandosi da vivere servendo alcune famiglie ricche e spacciando droga segretamente da parte della mafia. Piangeva spesso per queste cose che era costretto a fare. Non gli piacevano per niente.

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