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La solitudine del silenzio

E poi sto lì, a cercare risposte che non arrivano, guardo le nuvole e vedo il sole che annega nei suoi pensieri.
Ho ucciso un bambino, mi guardava con gli occhi pieni di lacrime e chiedeva perdono per ciò che non aveva commesso.
Con linee sottili dipingeva i suoi sogni in bilico sul filo della morte, con lacrime d'ambra gridava il suo sorriso perduto, imprigionato dai suoi stessi desideri.
Ho tagliato le sue piccole dita con enorme lentezza, provocando un dolore che cresceva enormemente.
Bruciava in silenzio.
Un silenzio troppo grande per essere colmato da qualsiasi cosa.
E nel frattempo nelle orecchie una strana melodia vibrava con orrido piacere, e io non riuscivo a fermarla.

" Ma non c'erano parole a farmi compagnia,
Solo segni indecifrabili di un'inutile follia,
Era rimasto ben il vista il catetere del mondo
Ultimo paragrafo della sua finta apologia.

Ho chiuso in un cassetto unghia marce di paura
Proprio ora che la morte mi sembrava un'avventura
Pulendo gli sparvieri dal loro squallido fetore
Bruciavano di rabbia chiedendomi la cura"

E tutto iniziò a vorticare dentro e fuori me. Le tende si trasformavano in liquido nero, inondando la camera che si rovinava con estrema lentezza.
L'umidità gonfiava le pareti bruciando gli attimi di vuoto che riempivano la malinconia del mondo.
Volevo solo piangere, ma ormai era troppo tardi.
Non avevo più dolore dentro me, ormai neanche la mia stessa morte mi avrebbe potuto portare alla pace.

E sono vent'anni ormai che mi ritrovo sulle spalle le colpe altrui, in continuo paragone con il passato che si ripresenta alla porta spalancandola senza chiedere il permesso.
I miei sensi di colpa non ci sono più, non sono neanche sicura di aver ucciso quel bimbo quella notte di novembre. Me lo hanno fatto credere, sono sicura che non è stata colpa mia...

Chiudo gli occhi. Sono passati i bei tempi... ormai neanche il silenzio mi fa più compagnia...

 

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3 commenti:

  • Anonimo il 25/07/2011 10:54
    ricommento questo racconto davvero speciale, sai gia tutto, ciao ethel
  • Ethel Vicard il 24/07/2011 20:59
    grazie di cuore, anche a Stefano =))) La solitudine è uno fra i mali peggiori... soprattutto quando non si riesce neanche a staccare la spina, e si rimane impanati nel rumore dislessico dei propri pensieri..
  • Menichetti Serenella il 23/07/2011 20:23
    Racconto scritto egregiamente, mi piace moltissimo, lo salvo. Troppo bello!