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Riflessioni

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Un consiglio

A te che leggi queste parole, io do un consiglio.
Scrivi. Scrivi sempre.
Che tu abiti in questo tempo o quando gli anni avranno sciolto i monumenti, non lasciare che la tua vita passi in un soffio di brezza.
Scrivi.
Sputaci il rancore e l'odio sulla carta. Maledici il mondo quando ti maledirà, gettacelo quando ti cadrà addosso.
Componici odi alla gioia e all'amore. Imprimici il profumo dei tuoi amanti, le note fragranti dei loro sospiri, il trillo delle risa nel sole.
Perché un giorno, quando ti ritroverai improvvisamente vecchio e stanco, sarà di questo che vivrai.
Scrivi, scrivi sempre.

   5 commenti     di: myatyc myatyc


Amo e sempre sarò

In preda all'amore (giogo e turba) si perde la testa e si perviene, ahimè, a questo complesso saggio letterario, filosofico, matematico... cambiando l'ordine dei fattori (nevrosi, psicosi) il prodotto (follie) non cambia... proprietà commutativa della testa!

In virtù di tanto mi permetto di aggiornare Cartesio: penso per vivere e vivo per amare, nonché di attualizzare Platone: amo e sempre sarò!

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human la rena stampi.

Nel buio vagando alla ricerca dell'io
di colpo un lampo m'illuminò la via...

Io era tra coloro che son sospesi,
e donna mi chiamò beata e bella,
tal che di comandare io la richiesi.
Lucevan li occhi suoi più che la stella...

sei il mio raggio di luce, divina Musa,
rifletti in versi la voce e la passione
converti in rime baciate che neanche
nel sonno mi fan trovar pace...

e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Proprio qui ritrovo la mia anima raminga
che è amore e vita, indissolubile triade,
amo e sempre sarò: per amor si nasce,
con l'amor si rinasce e con l'odio si perisce.

Memorizzando le poesie e studiando le triadi a partir da quella filosofica: di coscienza (Socrate) in conoscenza (Platone) si perviene alla scienza (Aristotele)...

La scienza è la coscienza della conoscenza
La scienza è la conoscenza della coscienza

La conoscenza è la scienza della coscienza
La conoscenza è la coscienza della scienza

La coscienza è la conoscenza della scienza
La coscienza è la scienza della conoscenza

Dallo studio dei Grandi (Socrate/coscienza/nucleo, Platone/amore/citoplasma e Aristotele/pensiero/membrana esterna) si può risalire alla cellula primordiale, il motore della vita che è amore e si acquisisce così l'anima nella sua luminosa triplice veste:

coscienza (Socrate) dell'amore (Platone) nella mente (Aristotele) o pensier (Aristotele) dell'amor (Platone) nel subc

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Anche l'autore più improvvisato di un litblog, vale di più di uno scrittore commerciale

" Gentile autore, per la pubblicazione della sua opera fanno tremilaquattrocento euro e sessanta centesimi, le sconto le sessanta, ovviamente, capiamo certi problemi, sa..."

Per comprendere la tesi paradossale che sostengo in questo post, vi chiedo di riflettere sulla figura cardine dell'Editor, un pilastro dell'attuale industria culturale.
Nella mia esperienza di scrittore dilettante ne ho conosciuti una decina.
Sono, in estrema sintesi, quelli che rendono "vendibile" il materiale cui lavorate; la cerniera tra il vostro diletto e la professionalità che vi porta alla pubblicazione.
Un tempo s'infiltravano nelle riviste più note in campo nazionale e nelle case editrici, e dai loro pulpiti si divertivano a massacrare tutti i testi che arrivavano sotto le loro grinfie.
Se li conoscevi di persona - come mi è capitato - ammiccavano e sorridevano, e ti confessavano:
- È solo gran teatro, il nostro: in verità basta pagare e pubblichi subito dall'oggi al domani.

Disgustato da questa strana umanità, comprai quattro libri di quelli giusti e mi misi a studiare con fervore per diventare anch'io un Editor.
Non ci vuole molto, ve lo assicuro, basta annoiarsi a morte con regolette varie e infine arrivate al punto.
Faccio le mie belle domande di assunzione e un giorno una piccola casa editrice, decide di farmi fare un periodo di prova come Editor.
- Ma oltre a correggere refusi e periodi sgangherati, che principio devo applicare nelle revisioni? - chiedo io.
- È molto semplice: l'autore che vogliamo lanciare sul mercato deve essere fatto della stessa pasta dei suoi lettori.
Deve essere un loro intrattenitore, un po' puttana e un po' imbonitore da fiera.
Lo scrittore deve assomigliare il più possibile ai suoi lettori e il suo lettore deve riconoscersi totalmente nella sua opera.
Faccia così, e il nostro rapporto di collaborazione sarà lungo, vedrà!
- Piuttosto che fare della letteratura una baracconata da Luna-Park, vado a dormire sotto i ponti!

In q

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   6 commenti     di: Mauro Moscone


Il giorno della mia morte

Il giorno della mia morte mi vestiranno bene, quasi come uno sposo o come uno di quei squallidi bottegai di banca in giacca e cravatta che sporcano le giornate di sole con la loro inutile presenza.
Qualcuno pettinerà i miei capelli perennemente arruffati i cui unici padroni erano il vento e la pioggia a dare al mio volto pallido e inerme le sembianze di un manichino da vetrina, di quelli orribili, mutilati dei loro arti superflui, che tanto mi spaventavano da bambino e che spesso mi apparivano in sogno a rubarmi la quiete della mia giovane età.
Attorno me solo gente annoiata, quasi assente.
Un funerale è sempre una bella seccatura, bisogna vestirsi sobri, portare con disinvoltura una faccia di rito, facendo attenzione a che non sembri tale, salutare quel odioso parente che ti sta proprio lì, appeso come una zecca ad un testicolo e vorresti tanto che ci fosse lui dentro la cassa al posto mio.
Grazie del pensiero!
Poi c'è la messa, altra rottura di scatole.
Lo so stai sperando che sia breve, senza tanti fronzoli, tanto si sa io ero un senza Dio, non proprio un comunista, piuttosto una sorta di anarchico dilettante, che viveva il suo tempo a rincorrere le donne, a fumare e a bere senza ritegno e poi avevo quel vizietto da invertebrati di scrivere poesie e storie strampalate.
Siamo seri!
Il momento lo impone.
Certo che è comodo stare distesi quando tutti sono in piedi, è un'altra prospettiva, si possono cogliere frammenti di espressioni che viceversa sfuggirebbero.
Per esempio quella lì con il naso rosso che si sistema la gonna stropicciata è mia moglie.
È ancora bella vero?
Ha già trovato chi la consolerà per gli anni a venire, sinceramente non so se invidiarlo o commiserarlo, comunque ormai è una cosa che non mi riguarda più e non verrò di certo per questo a tirarle i piedi mentre dorme ma neppure mi prodigherò per apparirle in sogno magari con qualche bel terno da offrirle.
Laggiù, seminascosta da una colonna c'è un'altra donna, mi s

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   2 commenti     di: Stefano Monti


Noi, gente che spera

Dateci un taglio. Tutti quanti. Sono stufa di sentirvi dare buoni consigli, come se la vostra esperienza conti davvero qualcosa in questo schifo di mondo. Non ne posso più di ascoltare le vostre stupide sentenze.
"Dovresti... Non dovresti... Però... Forse è meglio..."
Non lo sapete cosa è meglio. Non sapete cosa è giusto per me. Non sapete niente di me. Ed è inutile che insistete! Non vi sto più nemmeno a sentire, ormai. Sempre gli stessi consigli vuoti, come bicchieri di carta usati.
" Devi parlare chiaro, dirgli tutto apertamente, confessare ciò che provi!"
Ma voi lo sapete che cosa significa confessare ciò che si prova? Significa aprire il cuore, toglierlo dal petto e offrirlo all'altro, senza pensarci troppo. Significa buttare in pasto ai lupi la cosa più preziosa che si ha. Non so per voi, ma per me è difficile. Dopo averlo fatto così tante volte, ho paura di farlo ancora. Sono riuscita a strappare il mio cuore dalle zanne dei lupi all'ultimo secondo, ho ripreso quel fondamentale pezzo di carne straziato e sanguinolento e l'ho rimesso al suo posto. Ogni volta. Ma ogni volta un po' più debole. Perdonatemi se non sono così entusiasta all'idea di farlo di nuovo.
" Lascialo stare, stai perdendo il tuo tempo. Non merita la tua attenzione!"
Ma come faccio a lasciarlo stare? Come facciamo a sapere che non merita la mia attenzione? Come posso dire che il tempo che gli dedico sia perso se tutto quel tempo è l'unica cosa che mi rende felice? Come posso smettere di prendere questa droga, quando è l'unica cosa che mi fa stare bene, che mi fa vedere il mondo per quello che non è e non sarà mai? Come faccio a dire basta all'unica cosa che mi permette di sognare anche quando sono sveglia?
A queste domande non sapete rispondere, vero? No. No, perché per domande così non avete uno dei vostri consigli usa e getta da prestarmi. No, perché per domande così non c'è una vera risposta. Perché davanti a certe domande, non esiste verità. La verità s

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   3 commenti     di: *Sunflower*


Il sito s'è ammosciato: che fare? (Seconda parte)

**** Colosio :
Ciao bel Sito, come te la passi? Maluccio, eh? Sì, me ne sono accorto; hai il fiato corto. Il fatto è che ti sei trascurato, ed ora sembri un vecchietto con l'asma e le gambe tremanti. E dire che ogni giorno entrano nuovi iscritti, giovani di belle speranze. Ma sono apparizioni fugaci, e scompaiono nel tiro di un racconto, o di qualche poesia.

Beh, come dar loro torto, nessuno li caga... addirittura per i nei scrittori di narrativa la prassi è di ritrovarsi con pochissime letture, e zero commenti. Pare quasi di aver scritto parole al vento... eh no, così non vale.
Mi si potrebbe obiettare: ma allora perché ogni giorno c'è qualche nuovo autore che si cimenta? Non è forse questo il segno che il nostro è proprio un bel Sito e sul web è conosciuto e stimato?
Io credo di no; la fortuna sta semplicemente nell'aver azzeccato il logo, il nome : PoesieRacconti.
Così è capitato a me la prima volta, tanti anni fa. Cercavo qualche poesia o qualche racconto da leggere perché ero a corto di libri ed allora, su Google, ho battuto genericamente: Poesie, Racconti. Ed eccomi qua.

Ricordo ancora che il mio primo brano, un'autobiografico di stampo sentimentale, scritto malissimo, non fu per questo ignorato. Ebbi dei commenti e fra questi uno molto illuminato di un'autore davvero bravo: Fulvio Musso. Beh, mi dava tanti suggerimenti, tutti validi e puntuali, e poi mi contattò in privato per spiegarmi gli errori che avevo commesso. Tipici del principiante, diceva lui. Ed aveva ragione. Da quel giorno ne ho fatta di strada: ora se leggo i miei racconti e li raffronto con quel brano, noto davvero che c'è un abisso... tutto merito suo e della sua accoglienza, che in certi casi poteva pure sembrare offensiva.

Ecco tutto... questa impostazione nel sito non c'è più, ed a mio modesto parere ciò è dovuto al fatto che la redazione ( non saprei nemmeno come chiamarli i responsabili del sito... fantasmi, niente altro) si è disinteressata dei consigli de

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   98 commenti     di: Donato Delfin8


Commento di oggi

L'orgoglio di essere italiani appartiene a chi ha combattuto e sofferto per la giustizia, ai loro figli e nipoti che ne hanno vivo l'esempio. Appartiene a chi ha sostenuto, aiutato, conservato, trasmesso. A chi ha pensato agli altri prima che a se stesso, come hanno fatto e fanno tanti italiani. Appartiene all'immigrato arrivato una volta clandestino, trattato con diffidenza e sempre in apprensione per dare un pasto e la salute ai suoi cari; ma ora forte del suo lavoro e della sua esperienza, sorridente nel dire "grazie Italia", accomunato a milioni di italiani dal bisogno e dalla sofferenza del partire.
L'orgoglio di essere italiani non appartiene agli immigrati magari regolari, entrati in Italia dopo aver comprato un visto, per delinquere, sfruttare e commettere azioni abiette, per arricchirsi velocemente, come i corrotti e i corruttori, i mafiosi, i grandi evasori, le cancrene ambulanti di "italiani da più generazioni", traditori della patria e dei loro stessi genitori.
Appartiene a chi si spende, a chi non si arrende, agli italiani veri. A chi forse non canta l'inno ma trasmette i valori, contro quelli che sbandierano le forme ma vivono da parassiti.
Non appartiene ai carabinieri che ricattano o violentano in branco, né ai loro superiori se in precedenza hanno "coperto" o non hanno vigilato.
Appartiene a chiunque, di ogni stato, che rifugga la gloria esteriore ed ami la sua bella lingua, i suoi poeti, la sua storia.

   14 commenti     di: Solo Commenti



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