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Racconti surreale

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GLUP

Glup, di nuovo glup e ancora una volta glup. Questo è il rumore che fanno le piccole rane verdi di un piccolo stagno di un altrettanto piccolo paese qual è il mio quando sentono che qualcosa si sta avvicinando. Glup. Ora sono tutte nascoste, hanno la vaga sensazione che qualcosa di grande lambisca le sponde del loro territorio. Solo una è rimasta di vedetta e con un po' di paura emette un insicuro crack, ma anche quest'ultima sentinella verde fa glup, sparendo completamente sott'acqua. Nessuna osa più fare glup e nemmeno crack: è arrivata l'estate.

   5 commenti     di: Andrea Melegari


Preferisco le fionde

Faccio spesso degli incubi. Anzi, è sempre lo stesso, uno solo. In questo incubo sono in un cubo. Incubato in un incubo. Ho cercato di trovare un senso a questo sogno, ho pensato che il cubo dovesse rappresentare qualche cosa. Perché proprio il cubo? Forse perché è una figura semplice, fatta solo di facce e di spigoli. Forse rappresenta me stesso, le mie sfaccettature, i miei angoli bui, quelli in cui mi nascondo o nascondo il resto del mondo.
Quegli angoli della mente che non riposano mai, neanche di notte, neanche quando dormo. Perché è proprio di notte che io mi faccio più lucido. È di notte che divento più sveglio. Di notte mi prende senno, divento assennato.
È di notte che si fanno i conti con la proprio coscienza. Ma mai fare i conti con la propria coscienza, mai, mi avevano messo in guarda dalla coscienza. Ci sono almeno due buoni motivi per non farlo, e il primo è che secondo terzi è un quarto guardo parlare alla propria coscienza. È come una interrogazione senza materia. La coscienza infatti non ha materia.
Meglio evitare, meglio svegliarsi e occupare la mente. Devo riempire la mente, mi serve qualcosa per riempire la mente, qualcosa di grosso, di spazioso, almeno come un locale. Ecco, mi serve la mente locale. Faccio mente locale e decido di alzarmi.
Vado al pc per scrivere tutto, ma il mio problema è che mi distraggo facilmente. Faccio cento cose tutte insieme. Scrivo mentre leggo, mentre cerco musica, mentre guardo la tv, mentre controllo il telefono, mentre penso a lei. Praticamente un malato di mentre. È per questo che poi non raccapezzo niente e mi tormento. Sono un'anima errante io, faccio così di errori.
Sullo stereo sta andando "Shine on you crazy diamond", ma mi serve qualcosa di più voluminoso così metto "One of these days" e alzo a tutto.
E si fanno le otto di mattina senza che abbia concluso niente, decido di uscire, ma prima faccio colazione e lavo i denti. Con la nuova formula denti più bianchi fino al trenta percen

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   6 commenti     di: Moment


Il gigante che venne dal cielo-parte quarta

Lentamente i piccoli abitanti del villaggio di Zizoro accorsero all'appello degli esploratori e impauriti e tremanti si presentarono ad Alezer che li osservò curioso e molto divertito.
Abian prese la parola e disse: fratelli tutti, questo enorme individuo si chiama Alezer e viene da un mondo lontano e molto più grande del nostro, non è aggressivo è capitato fra noi per un imprevisto.
Relta avanzò fino ad arrivare ai piedi dell'enorme ospite e disse: ti saluto viaggiatore, io sono Relta il sovrintendente di questo villaggio, mi impegno a garantirti la nostra ospitalità, a patto che tu non sia aggressivo e ci tratti con rispetto, come prima cosa desidero che tu ci parli di te e del luogo da dove vieni.
Il gigante rispose con una voce vibrante: come sapete mi chiamo Alezer, io vengo da Rades un mondo molto lontano e più freddo del vostro perché più distante dal suo sole di quanto il vostro pianeta disti dal suo, e sopratutto molto più grande, tanto che per la mia gente voi sareste dei folletti. Io vi parlerò di me e della mia gente, però trovo giusto che prima mi parliate di voi e della vostra vita.
Abian allora si fece avanti e spiegò molte cose ad Alezer circa gli Herserill, disse quanto fosse duro vivere in un mondo pieno di animali più grandi e aggressivi, disse che la sua gente coltivava i raccolti in piccole serre e viveva in piccoli villaggi protetti da incantesimi che impedivano agli animali di entrare, perciò i maghi e tutti quelli che potevano diventarlo erano molto rispettati e avevano un futuro roseo. Disse che alcuni animali come scoiattoli, criceti, lumache, coccinelle, piccole rane e altri potevano essere addomesticati e tornare utili, altri come scarafaggi, topi, zanzare e gatti invece erano terribili. Parlò dei villaggi che erano fra loro indipendenti e avevano governi e usanze propri e si alleavano solo in caso di necessità particolari, ma non era infrequente che sorgessero contrasti; quindi chiese al gigante di parlare a sua vo

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Tempi Supplementari

Era stata una grande serata. Avevo stracciato i miei amici alla playstation e mi ero aggiudicato l’onore del primo classificato al torneo, che però non era stato dei più semplici.
Il mio girone eliminatorio, nel gruppo B, prevedeva:
PAOLO (milan) ANDREA (real madrid) LUCA (inter)
e io con il Barcellona.
La prima sfida con Paolo è stata molta combattuta e l’ho spuntata soltanto nel finale con una punizione capolavoro di Ronaldinho. Mentre Real madrid e Inter finiva con un netto 3 a 0 in favore dell’Inter. Come da pronostico.
La seconda sfida mi vedeva contro Luca, il più temuto da tutti dopo di me.
Già dopo quindici minuti sono sotto di due gol, doppietta di Adriano. Dopo l’ennesimo pericolo corso mi do una mossa e comincio a schiacciare quei miserabili nerazzurri nella loro area. Alla fine del primo tempo segno con Eto’o e nel secondo tempo mi scateno e finisco per ribaltare il risultato. Finisce 3 a 2. Milan-Real Madrid 4 a 1.
Nell’ultimo incontro sfido Andrea che è già eliminato e pareggio 1 a 1. Partita orribile dove non ho infierito sul povero Andrea, veramente scarso. E poi non mette giù bene la squadra. Inter-Milan 2 a 1.
La classifica finale del girone vedeva:
1. BARCELLONA con 7 punti
2. INTER con 6 punti
3. MILAN 3 punti
4. REAL MADRID con un solo punto
Io e Luca passiamo quindi il turno. Nessuna sorpresa.
Nell’altro girone la situazione finale vedeva passare il turno il Chelsea e l’Arsenal. Vengono eliminate Manchester United e Roma.
Il tabellone veniva a formarsi così:

BARCELLONA-ARSENAL INTER-CHELSEA

Scendono in campo prima Inter e Chelsea. La partita è tiratissima e la spunta Vincenzo col suo Chelsea ai supplementari dopo che i primi novanta minuti (che poi sono dieci al di qua dello schermo) erano finiti 3 a 3. Da segnalare un’altra doppietta di Adriano, che sarà capocannoniere con sette gol. Per il Chelsea decide Lampard.
Io me la vedo con Ciccio. È un o

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   7 commenti     di: Jey Holmes


Edipo

L'uscio scricchiolava sempre a quell'ora. Un rumore agghiacciante invadeva la casa ed un atroce silenzio taceva ogni indelebile suono e rendeva freddo, ostile l'ambiente.
Edipo balzava all'improvviso ed ogni suo organo di senso, salvo le orecchie, si annullava ed in quei interminabili secondi tremava, e sbatteva nervosamente le dita sulla scrivania. Tentava di capire quale membro della famiglia avesse aperto la porta, e capiva sempre quand'era il padre. Era un movimento violento, improvviso, un senso di minaccia ricopriva Edipo, lievemente, un velo impercettibile.
Il suo viso era in apprensione e quando attraversa l'ingresso il padre, cambia espressione.
Tentava di capire i suoi movimenti, le azioni, si figurava la posizione nella quale potesse in quell'istante, ma l'aspetto più importante era cosa avesse in mano.
Ogni precedente pensiero scompariva, i peggiori dei problemi erano inesistenti rispetto al timore di ciò che stava per accadere.
Quel giorno, il padre, si mise a sedere su un divano, Edipo sentì il suo peso su esso, e per sua disperazione, una zip, di una valigetta, una borsa, uno zaino, ritmicamente esplose, ed estrasse qualcosa da esso. Edipo pregava, scongiurava una qualsiasi divinità che quel giorno, non debba essere il suo, che quel giorno egli non sia la vittima. Lo distrassero dalle sue scongiure l'improvviso richiamo, egli macchinalmente si alzò e si diresse verso la ghigliottina.
Quando entrò nella stanza, il padre non l'osservò, manteneva lo sguardo basso su una valigetta nera, probabilmente di pelle di scarsa qualità , senza lasciar intravedere il suo contenuto.
Edipo notò che aveva la fronte alta, serena, privo di preoccupazioni, ma a un certo punto s'innervosì , una goccia di sudore gli sfiorò il capo e divenne rosso, s'intravedevano distintamente le vene sulle sue mani, con la mano sinistra, si toccò la barba grigia malcurata, grezza. Un lievissimo fiato di vento, lo fecero sobbalzare guardandosi intorno nervosamente, c

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   0 commenti     di: antonio imbesi


Mariolino

Entra Mariolino e mette tutti a sedere, si sfila la canotta con un movimento svogliato, scopre un addome squartato, separazione e abbronzatura uniforme. Gli obliqui e l'addominale paiono voler tagliare la pelle tanto sono prosciugati, sono blocchetti di ghisa che spuntano di un paio di centimetri. Lancia la canottiera sulla panca e sta dov'è, a favore di specchio, la palestra è una platea muta.
Alla Gold's Gym di San Lazzaro di Savena, Bologna, cala un silenzio surreale, la domanda che ronza nella testa di tutti, si sente quasi nell'aria è: - Mario ha fatto il salto!?
Il buttafuori di Rovigo, James, intento nelle distensioni su panca, deve interrompere per analizzare la situazione, si sfila da sotto il pesante carico e dopo due occhiate complici a Paolo, il ciccione proprietario, e all'unico rugbista della palestra, Sergio, intona con tono finto distratto un melodioso falsetto: - Volare... ohoh, cantare ohohohoh!
Il riferimento è ovviamente al fatto che Mariolino abbia fatto il salto, in gergo si dice così quando qualcuno passa dall'allenamento natural agli steroidi anabolizzanti.
Mariolino non se ne cura, sa di aver spiazzato tutti, finge di controllare i dischi in ghisa ai lati della pressa da seduto, un esercizio da cosce e polpacci, - si, per oggi 400 kg possono andare.
Mariolino si mette in posizione e inizia a pompare il carico senza troppa fatica la piastra si muove liscia sulle guide idrauliche sfiorando appena i mollettoni di acciaio a fine corsa.
Il chimico della situazione, Gilberto, comincia subito a scarabocchiare dei foglietti: -Allora lo so! Mario ha preso due cicli di Winstrol, poi del GH decanoato e starà tenendo i liquidi al minimo seguendo un ciclo di ramificati a catena e proteine minimo tre volte al dì... ditemi se sbaglio. Sicuramente tutta roba di San Marino, là la danno sottobanco oppure ordinata dal Belgio su internet, che arriva senza dogana!
Mariolino ha concluso la prima serie, senza dire bao ha spostato il peso di mezza ut

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   1 commenti     di: Matteo Biserna


La Valigia

Theodorus Mahu si apprestava ad emigrare.
Raccolse la sua bombetta dalla panca e si appropinquò al suo gate, nel piccolo e modesto aeroporto di Villar, regione a Sud della Tramancia.
Raddrizzò il nodo della sua cravatta color porpora e con fare da gentiluomo salutò l’agente di polizia per il controllo bagagli.
Prese con un ingente sforzo la sua ingombrante valigia color prugno, rinforzata da pezzi di ferraglia per rattoppare i fori provocati dall’eccessivo uso e la posò sul nastro per il consueto controllo ai raggi X.
Dopo aver posato tutti gli oggetti, combattè tenacemente contro la sua vita per riuscire a tirar fuori dagli anelli la cintura di pelle dai pantaloni di velluto, anch’essi consumati dall’eccessivo uso.
Ci volle l’aiuto di un aitante poliziotto per tirar fuori quel biscione di pelle che dimenava la coda sotto la pancia sferica del neo-emigrante Theodorus Mahu.
L’unico spettatore era l’ispettore capo Wroblesky, un uomo sulla cinquantina, alto, robusto, sguardo da kapò, barba sempre ben fatta e capelli tenuti indietro da una massiccia dose di gelatina Van Thuan, la miglior gelatina di tutta la Tramancia.
L'ispettore indispettito e insospettito da quella tragi-commedia si scollò, per la prima volta dall' inizio della giornata, dalla sua postazione e si diresse dal mal capitato Theodorus Mahu.
<Senta lei con i baffi> già avevo dimenticato che il buon Theodorus Mahu, a differenza dell' ispettore Wroblesky, portava dei folti baffi che gli coprivano il labbro superiore recandogli non poche difficoltà per mangiare, per lo meno l'odore del cibo, che rimaneva sui baffi, gli lasciava sempre un senso di sazietà.
<Dice a me signore?> disse con gli occhi spalancati Theodorus Mahu.
<Si proprio a lei, si sbrighi con quella cintura e passi sotto il metal-detector>.
Era davvero seccato l'ispettore Wroblesky, bastava poco per mandarlo su di giri.
Se c'erano delle persone che non sopportava erano proprio quelle di provincia, gente impac

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