È ovvio che sia così, perché è quando il volgo fa sua una teoria che la teoria si dimostra insufficiente. La teoria dei quanti non cambia le credenze della fisica, ma le sposta solamente nell'ambito delle probabilità che un elemento possa essere rintracciabile.
L'essere umano cade spesso in eccessi: troppo, o negativamente, esalta; troppo, o negativamente, denigra. Perchè dimentica che, proprio dell'umano, è sempre la relatività. Pienezza è unicamente la divinità e uno solo può essere un vero Dio.
il 24/06/2012 08:28
Non so cosa sono i quanti. Ne ho sentito parlare ma non mi sono mai informato in proposito. Sono preso da altre sciocchezze, ma appena avrò un po'di tempo libero mi informerò.
A scanso di equivoci, io ammiro molto il mostro Genio, ho letto molti suoi libri.
Però è umano restare prigionieri delle proprie idee.
Albert quando si trattò di confutare/superare la fisica di Newton, che ammirava, parlò di "penosa lotta delle idee"". E questo è toccato in sorte anche a lui.
È poi ovvio che la sua critica fu stimolante, specialmente per Bohr. Si racconta che, ad un convegno, Albert demoliva di giorno e Niels studiava tutta la notte per superare le eccezioni certamente non banali di Albert.
Fu una lotta fra titani.
... o meglio "perdere la testa è forse il progetto più ambizioso per chi ne ha una: ogni volta che questi è ad un passo dalla conquista/perdita, si confonde e... deve ricominciare tutto daccapo"
Vorrei sottolineare che il paradosso EPR è stato definitivamente "risolto" solo nel 1964 da John Bell. Non credo quindi che le perplessità di Einstein possano essere considerate irragionevoli, almeno da un punto di vista storico. Mi piace pensare che l'apparente ottusità di certe affermazioni di Einstein sulla meccanica quantistica possa essere letta come uno stimolo a ricercare rappresentazioni della natura più semplici possibili.
Aristotele è un grande ma il suo sillogismo, pur poggiando su una logica direi matematica, ha fatto danni, perchè le premesse spesso sono sbagliate (vedasi la confutazione di Galileo sul rapporto tra velocità e forza).
Così come era errato pensare che la probabilità non potesse esistere.
Albert, anche da grande logico matematico, alla fine sconfinò nel dogmatismo: Dio non gioca a dadi.
Premesso il rispetto, penso che oggi possiamo dire che l'affermazione che discutiamo è profondamente errata.
Quando si ha a che fare con scoperte che andranno a modificare il pensiero, il modo in cui viene modellizzata la natura, come geniale è chi partecipa alla rivoluzione, così geniale dovrebbe essere considerato chi cerca in tutti i modi di conciliare le proprie idee con le (sconcertanti) osservazioni. Le perplessità di un grande scienziato mostrano la complessità degli argomenti trattati, non sono metro di giudizio per la vivacità della sua mente. Certo non dobbiamo neanche dimenticare le persone che, spaventate dall'avanzare dei quanti, si chiusero in casa e, temendo diventassero troppi, cercarono lumi nell'intramontabile Aristotele.
Albert è un dono del cielo; ma ebbe 5 (circa) anni di illuminazione, poi nella sua mente scese il buio.
Tra le altre intuizioni capi che i quanti di luce del grande Max Planck potevano spiegare la teoria newtoniana del carattere corpuscolare della luce, confutando la teoria ondulatoria di Christian Huygens.
L'intuizione di Plang (i pacchetti di luce, le unità quantizzate) aprì la strada alla quantistica e quindi al principio di indeterminazione, al principio di complementarietà e alla teoria della probabilità (detto in parole povere e da incompetente).
Per Albert era una deriva della fisica e andava ripetendo: Dio non gioca a dadi.
In un convegno mise in difficoltà Niels Bohr (esponente della quantistica) il quale la notte non dormì e il giorno seguente dimostrò che le argomentazioni di Einstein avevano un difetto: non tenevano conto proprio della sua relatività.
Fu un brutto colpo e da allora Einstein non fu più lo stesso.
LO so che i quanti servono, specialmente quando le cose viscide ti rendono la stretta scivolosa, a me sembra una sciocchezza non usarli dal momento che li hai!
i quanti sono indispensabili!