esempio lampante (non sempre) le mie poesie i miei pensieri i miei racconti, se e quando suscitano interesse, non sono da ritenersi tali per la mia poco cultura.
E chi la determina la buona o cattiva qualità del sapere? Credo, a mio modesto avviso, possa essere determinata dall'uso che poi chi lo detiene ne fa. Nessun sapere, di per sè, è da gettare via, sia quello che si ritiene di dover accogliere, sia quello che invece si pensa di respingere perchè ritenuto inutile per la propria esistenza o inadeguato o comunque inferiore a certe conclusioni sull'argomento di tale sapere a cui siamo pervenuti noi, inferiore per efficacia che possa avere nella nostra quotidianità, intendo. Non c'è forse un buon e un cattivo sapere quanto un buon o cattivo uso che di tale sapere ciascuno che ne è in possesso fa.
il desiderio di conoscenza è già sintomo di intelligenza..
il 16/04/2010 09:15
Shopenhauer era di certo molto intelligente ma, purtroppo per l'intelligenza solo discorsiva e scarsamente intuitiva che aveva, la conoscenza è un'altra realtà. Come tutte le persone intelligenti cadeva spesso in irrisolvibili intrecci; così una volta diceva che essere intelligenti significa avere l'orologio che segna un'ora diversa da quello della massa, e un'altra volta asseriva che colui che si crede intelligente, in effetti, con quel crederlo dimostra di non esserlo.
Ogni frase che leggo ideata da Schopenhauer non fa altro che convincermi che lui sia stato una delle persone più intelligenti che abbiano mai calcato il suolo della Terra. E questo aforisma non è da meno...
il 01/04/2010 16:49
È ovvio, ma la questione del cosa caratterizza il livello qualitativo di ciò che si conosce non si risolve credendo semplicemente di possederlo elevato, perché ognuno lo crede. Cosa qualificherà il sapere se non la consapevolezza certa dei principi universali dalla quale tutto il sapere deriva, nell'ordine gerarchico di una conoscenza che procede da basi fisse e sicure? Quando non si sa cos'è l'unità non si può conoscere la molteplicità che di quell'unità è conseguenza.