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Con poco sapere, ma di buona qualità, si produce di più che con moltissimo sapere di cattiva qualità.

 


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17 commenti    

17 commenti:

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  • Alessio il 31/12/2014 09:13
    L'essenza è quel che conta a volte
  • Gianni Spadavecchia il 12/04/2014 06:38
    Poche parole bastano. Come si dice... Poche ma buone.
  • Maddy il 21/07/2013 19:01
    Basta una parola buona
  • AGOSTINO il 21/04/2012 14:26
    esempio lampante (non sempre) le mie poesie i miei pensieri i miei racconti, se e quando suscitano interesse, non sono da ritenersi tali per la mia poco cultura.
  • cristiano comelli il 18/04/2012 22:46
    E chi la determina la buona o cattiva qualità del sapere? Credo, a mio modesto avviso, possa essere determinata dall'uso che poi chi lo detiene ne fa. Nessun sapere, di per sè, è da gettare via, sia quello che si ritiene di dover accogliere, sia quello che invece si pensa di respingere perchè ritenuto inutile per la propria esistenza o inadeguato o comunque inferiore a certe conclusioni sull'argomento di tale sapere a cui siamo pervenuti noi, inferiore per efficacia che possa avere nella nostra quotidianità, intendo. Non c'è forse un buon e un cattivo sapere quanto un buon o cattivo uso che di tale sapere ciascuno che ne è in possesso fa.
  • Luana D'Onghia il 23/09/2011 19:11
    Il moltissimo sapere di cattiva qualità, in realtà, é solo pseudocultura.
  • il 16/05/2011 15:08
    verissimo... qualità non quantità
  • Uglisse il 24/03/2011 08:11
    È il solito stridente confronto tra quantità e qualità. Oggi vide il "prendi tre e paghi due", e vale per tutto.
  • il 22/02/2011 00:21
  • Virginio Giovagnoli il 25/01/2011 13:30
    Secondo il mio povero punto di vista è un pensiero che si può applicare in ogni cosa che si fa o che si produce.
  • Antonella Camerlingo il 28/09/2010 13:29
    Giustissima e profonda osservazione.
  • Donato Delfin8 il 02/09/2010 16:13
    Ah bè Artù... questa non la sapevo
  • il 31/08/2010 13:36
    conta in tutto la qualità non la quantità
  • FABRIZIO RAGONESI il 28/05/2010 15:20
    il desiderio di conoscenza è già sintomo di intelligenza..
  • il 16/04/2010 09:15
    Shopenhauer era di certo molto intelligente ma, purtroppo per l'intelligenza solo discorsiva e scarsamente intuitiva che aveva, la conoscenza è un'altra realtà. Come tutte le persone intelligenti cadeva spesso in irrisolvibili intrecci; così una volta diceva che essere intelligenti significa avere l'orologio che segna un'ora diversa da quello della massa, e un'altra volta asseriva che colui che si crede intelligente, in effetti, con quel crederlo dimostra di non esserlo.
  • Samuele Pastorino il 16/04/2010 02:29
    Ogni frase che leggo ideata da Schopenhauer non fa altro che convincermi che lui sia stato una delle persone più intelligenti che abbiano mai calcato il suolo della Terra. E questo aforisma non è da meno...
  • il 01/04/2010 16:49
    È ovvio, ma la questione del cosa caratterizza il livello qualitativo di ciò che si conosce non si risolve credendo semplicemente di possederlo elevato, perché ognuno lo crede. Cosa qualificherà il sapere se non la consapevolezza certa dei principi universali dalla quale tutto il sapere deriva, nell'ordine gerarchico di una conoscenza che procede da basi fisse e sicure? Quando non si sa cos'è l'unità non si può conoscere la molteplicità che di quell'unità è conseguenza.