Il conoscere che intende Schopenhauer è, con evidenza, quello che sta sulla superficie della realtà che è ciclica perché è sferica, ed è il conoscere superficiale in opposizione a quello che conosce dal centro il quale è centrale.
No, si conosce veramente nella totale Certezza solo se si è nel punto centrale capace di considerare i punti molteplici che stanno sulla circonferenza osservandoli tutti nello stesso istante. La conoscenza del vero ha necessità dell'Intuizione intellettuale superiore che è identificazione tra conoscente e conosciuto e assimilazione tra conosciuto e conoscente. Dove c'è distanza tra chi conosce e l'oggetto del conoscere c'è anche necessità d'interpretare e mai il risultato sarà assolutamente certo.
chiaro che la "realtà" oggettiva per Shopy gira intorno a se per ritrovarsi allo stesso punto, in quanto rappresentazione del suo soggetto. Noumeno, volontà come costrizione di vivere.
L'unica via di uscita è l'ascesi, per altro riservata a pochi illuminati. C'è da discuterci per tutta la durata di una vita, senza venire a capo di nulla, perché il mondo fenomenico è rappresentazione come la sua interpretazione razionale. L'illusione di un niente.
No, Shopenhauer dimentica il centro e considera la circonferenza senza valutare che la si può chiamare anche superficialità. I principi universali dell'esistenza è dal centro che nascono, e sulla circonferenza si possono vedere soltanto i loro effetti, ma non loro stessi.