Ciò che vale per gli scrittori vale per ogni altro individuo. L'esistenza è sofferenza perché impone limiti che il nostro poter decidere deve riuscire a superare.
Dipende da come interpretiamo il concetto di ingiustizia. Se lo scrittore impugna la sua penna per denunciare un'ingiustizia, allora sottoscrivo la frase, se si dà invece per assodato che lo scrittore sia diffusore di ingiustizia per quanto scrive, allora l'affermazione non è da accogliere.