io non cerco alcuna similitudine... quando ho avuto un giardino l'ho lasciato libero di fiorire e respirare a suo piacimento...
il 22/02/2011 22:59
il 15/04/2010 15:47
Eccone un altro (protestante di religione) che, come è detestabile e invariata consuetudine anche della chiesa cattolica in generale, si consola al pensiero che il "difficile" della vittoria sulle proprie debolezze sia meglio chiamarlo "impossibile". Uomo volgare travestito da sapiente.
Il giardino è parte del simbolismo e dell'allegoria classica, è una delle metafore poetiche più usate in assoluto. Può ricoprire diversi significati, ma solitamente è associato alla vita stessa, ai suoi aspetti sociali ma anche all'intimità e ai ricordi di una singola persona. Manzoni ne fa uso nei Promessi Sposi in entrambi i modi. Anche Voltaire lo ricorda alla fine di Candido ("noi dobbiamo curare il nostro giardino", Tasso lo associa ad un altro tema comune (il labirinto), mentre D'Annunzio ci costruisce sopra tutti i suoi Poemi Paradisiaci. Ci sono poi i casi in cui il giardino assume un'aria negativa, come tra la quasi totalità dei decadenti.
Detto questo, non è troppo difficile cosa voglia dire l'aforisma di Hesse: basta sostituire la parola "giardino" con "vita".