Se si e' sazi vuol dire che si ha vissuto molto bene, beato Seneca! Io aspetterei la morte per il contrario, perche' non mi e' mi e' mai piaciuto come ho vissuto, ma del resto;mea culpa!
Ci eravamo nascosti all'orizzonte luminoso perché avevamo il buio nei nostri cuori,
eravamo sperduti in cerca di una nuova casa, quella vecchia ci era stata sottratta da
una miriade di menzogne che avevano spacciato per verità. Noi eravamo stati tra i
molti che le avevamo credute ed ora con il nostro bagaglio di dolore che cresce ogni
giorno di più ed il cui peso ormai è insopportabile cerchiamo nella via stretta della
speranza un bagliore di verità che ci scrolli il peso del dolore, lo troveremo? Non lo
sappiamo ma dobbiamo cercare sino all'ultimo respiro perché la vita ce lo impone
e non possiamo sottrarci a questo compito che essa ci affida sin dalla nascita, perché
il vagito della nascita è già una ricerca di aiuto e di affetto a cui rispondono quelli
che ci stanno intorno ma il vagito con la crescita è sostituito dalle parole ingannevoli
ed assurde a volte anche terrificanti che spengono le luci della umanità che sperduta
vaga per vie che non conosce.
Non possiamo più vivere questa vita che non sentiamo più nostra e che ci rende come
delle foglie secche spazzate dalla violenza del vento sulle strade deserte del mondo,
non siamo più vivi veramente ma solo virtualmente e ci spingiamo verso strade a noi
sconosciute oppressi dalla inumanità, sminuiti dal dileggio ed uccisi dalla ingiustizia.
Allora invochiamo la morte come una liberazione, la morte che scioglierà le catene
della nostra schiavitù donandoci finalmente un alito di umanità in risposta al nostro
vagito di questo nuovo parto.