Penso che la miglior trama sia quella che non sembra affatto una trama. Mi piace l'inizio lento, quello che si insinua sotto la pelle del pubblico e lo coinvolge in modo che possano apprezzare note di grazia e toni morbidi e non debbano sentirsi appesantiti dagli snodi della trama e dai punti di suspense.
Ci sono migliaia di cose nella realizzazione di un film che sono una vera scocciatura, ma il gioco vale la candela.
Il regista deve controllare tutto. Devi essere in grado di vedere l'intera problematica di portare la storia da raccontare sullo schermo cinematografico. Si comincia con la scelta del materiale; poi si prosegue con la creazione di circostanze contrattuali di natura legale e finanziaria appropriate per realizzare il film che hai in mente. Successivamente si passa alla scelta degli attori, alla creazione della storia, dei set, dei costumi, fino alla fotografia e alla recitazione. E quando il film è stato girato, è completo solo in parte. Considero il montaggio la diretta continuazione della regia. Penso anche che l'uso della musica, gli effetti ottici, e infine dei titoli di testa facciano tutti parte del raccontare una storia. Secondo me dividere tutti questi compiti su persone differenti è uno sbaglio.
Il reale va bene, l'interessante è meglio.
Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film, io ho tentato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio.
Non penso che scrittori o pittori o registi agiscano perché hanno qualcosa che vogliono in particolare dire. Hanno qualcosa che sentono dentro. E a loro piace esprimerla attraverso l'arte: sia sotto forma parole, o del profumo delle tempere, sia con la celluloide, le immagini fotografiche ed il lavorare con gli attori. Non penso che alcun vero artista sia mai stato ispirato da qualche preciso punto di vista, sebbene ne sia stato convinto.
Una delle cose che mi dette sicurezza nelle mie capacità di regista fu di vedere un sacco di film di poco valore. Me ne stavo lì seduto nel cinema e pensavo, beh, non conosco assolutamente niente di come si fanno i film, però so che posso fare un film meglio di questo.
Talvolta la verità di una cosa non sta tanto nel pensiero di essa quanto nel modo di sentirla.
Un regista è una specie di macchina di idee e di gusti; un film è una serie di decisioni creative e tecniche ed è compito del regista prendere le decisioni giuste il più spesso possibile.
Non sono mai stato sicuro che la morale della storia di Icaro dovesse essere: "Non tentare di volare troppo in alto", come viene intesa in genere, e mi sono chiesto se non si potesse interpretarla invece in un modo diverso: "Dimentica la cera e le piume, e costruisci ali più solide".