Ho detestato i miei anni in Parlamento quanto detestai quelli al liceo Azeglio di Torino. Una perdita di tempo di una inutilità infinita.
L'amore per le cose, per le persone, per le piante, per i fiori, per la musica, per lo studio è la cosa più importante di tutte.
Oggi non si insegna più a dire grazie. Viene preso per scontato il ricevere un regalo o una gentilezza.
Bisogna imparare a stare da soli: senza telefonino, senza computer, senza musica, senza televisione, senza messaggini, senza giornali e riviste, almeno per un'ora o qualche ora al giorno. Imparare a pensare, da soli.
È vero, ridere, non deridere, è un segno d'amore.
Guardo il mare che ieri era una lavagna d'acciaio, sconfinante senza interruzioni nel cielo, e oggi è ritornato mare, vivo, increspato, palpitante. Come la vita: mai uguale, mai monotona, sempre imprevedibile.
Eravamo ancora giovani e non sapevamo che, dietro l'angolo, la vita non sarebbe stata fatta di alberi in fiore.
L'amore non è un dovere, è una grazia. Bisogna averne molto dentro di sé per poterlo dare agli altri.
Senza pazienza non si sopravvive.