Per essere ipocriti è sufficiente predicare senza saper dare il buon esempio. Nessuno è del tutto immune. Basta, almeno, tenerlo presente.
Una volta gli asini ragliavano, oggi scrivono e purtroppo spesso commentano
Le manifestazioni caprine cui abbiamo recentemente assistito sono vecchie come il mondo e non sono certo originali calabresi. Mettiamo insieme ignoranza e fanatismo, troviamo un prete di qualunque religione disposto a sfruttarli, e il prodotto è confezionato.
Molte persone condannano certi pregiudizi negativi e ostentano perplessità per il fatto che razzismo, xenofobia, omofobia e sessismo continuino a esistere, solamente per farsi belle e per seguire "la moda". Io non sono perplesso del fatto che esistano ancora simili pregiudizi per il semplice fatto che mi sono domandato spesso quali fossero le loro radici sociologiche e psicologiche. Se buona parte degli stessi occidentali ignora le prove scientifiche dell'infondatezza di tali pregiudizi, allora è chiaro il motivo della loro sussistenza fino ad oggi.
L'ironia fa ridere solo quei cuori che non sanno l'alchimia delle lacrime amare.
Una tradizione non è che un'abitudine giudicata non nociva (almeno in apparenza); e dunque trasformata in valore.
In un mondo di numeri, siamo lettere sparse, solo unite abbiamo un significato, basta soltanto aver voglia d'imparare a leggere.
Due vite, come due linee spezzate intersecate nel piano dell'esistenza e destinate all'infinito a separarsi.
Il veleno del Giudizio contamina le nostre anime, raramente il candore dell'infanzia sopravvive a tale aggressione. L'antidoto esiste e non è necessario guardare lontano.
Se uno statistico decidesse di fare un sondaggio sul tasso di razzismo in Italia riscontrerebbe lo 0%, o poco più, di razzisti se il sondaggio si basasse sulla mera domanda "sei razzista?".
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