È difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore, sostiene Pereira.
Ascoltare e raccontare, è un po' la stessa cosa. Bisogna essere disponibili, lasciare sempre l'immaginazione aperta.
Mi piacciono le storie. Sono anche un ottimo ascoltatore di storie.
Siamo produttori di muri, anche invisibili, anche internamente.
Ora Tristano è davvero stanco, non ha più fiato, lo senti, avrebbe voglia di dormire, ma non il breve sonno di un'iniezione, a lungo, come deve essere lungo il sonno che compensi la fatica di aver vissuto.
So sempre, anche se a volte resta vago, quando un'anima o un personaggio sta viaggiando in aria e ha bisogno di me per raccontarsi.
Che strano, pensaci un po', mio padre studiava le vite vicinissime col microscopio, mio nonno cercava quelle lontanissime col cannocchiale, entrambi con le lenti. Ma la vita si scopre a occhio nudo, né troppo lontana né troppo vicina, ad altezza d'uomo.
Credo nelle muse. Ho un immenso affetto per i miei ospiti notturni. Li tratto come ospiti di riguardo.
Le mie storie, i miei libri, li ho semplicemente accolti.
La lettera è un equivoco messaggero.
Il racconto è il romanzo di un pigro.