Il rapporto tra l'alfabetismo e l'analfabetismo è costante, ma al giorno d'oggi gli analfabeti sanno leggere
Occorrono troppe vite per farne una
Codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
Voi, mie parole, tradite invano il morso secreto, il vento nel cuore soffia. La più vera ragione è di chi tace.
Prima di chiudere gli occhi mi hai detto pirla, una parola gergale non traducibile.
Da allora me la porto addosso come un marchio che resiste alla pomice. Ci sono anche altri pirla nel mondo, ma come riconoscerli? I pirla non sanno di esserlo. Se pure ne fossero informati tenterebbero di scollarsi con le unghie quello stimma.
L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi.
Il genio purtroppo non parla per bocca sua. Il genio lascia qualche traccia di zampetta come la lepre sulla neve.
Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo.
Felicità raggiunta, si cammina te su fil di lama. Occhi sei barlume che vacilla, piede, teso ghiaccio che s'incrina; dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Nei tempi più gloriosi dell'arte, gli artisti si esprimevano imitando i grandi artisti del passato, e imitando trovavano se stessi. Un capolavoro era un'imitazione mal riuscita.
Eugenio Montale (1896 - 1981) è stato un poeta e giornalista italiano. Ha inoltre ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1975.
Montale è un uomo schivo e distaccato, dichiara più volte di scrivere solo per sè stesso, la sua è una poesia spontanea volta a testimoniare la condizione dell'uomo nel Novecento.
Le principali raccolte di poesie di Eugenio Montale sono Ossi di seppia, Le occasioni, Xenia e Satura