Frasi di Stanley Kubrick

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La realizzazione di un film va affrontata più o meno nello stesso modo, a prescindere dal periodo storico in cui è ambientata la storia o dalle dimensioni del set. Devi immaginarti cosa accadrà in ogni scena e qual è il modo più interessante di girarla. Quando giravo Spartacus, sia che dovessi fare una scena con centinaia di persone sullo sfondo o prepararne una con dietro un muro, per prima cosa pensavo all'azione in primo piano, come se non ci fosse niente sul retro. Solo dopo aver effettuato le prove, iniziavamo a lavorare sullo sfondo.

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Il regista deve controllare tutto. Devi essere in grado di vedere l'intera problematica di portare la storia da raccontare sullo schermo cinematografico. Si comincia con la scelta del materiale; poi si prosegue con la creazione di circostanze contrattuali di natura legale e finanziaria appropriate per realizzare il film che hai in mente. Successivamente si passa alla scelta degli attori, alla creazione della storia, dei set, dei costumi, fino alla fotografia e alla recitazione. E quando il film è stato girato, è completo solo in parte. Considero il montaggio la diretta continuazione della regia. Penso anche che l'uso della musica, gli effetti ottici, e infine dei titoli di testa facciano tutti parte del raccontare una storia. Secondo me dividere tutti questi compiti su persone differenti è uno sbaglio.

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Il puro spirito potrebbe essere la forma finale che l'intelligenza vorrebbe avere.

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Una delle cose che mi dette sicurezza nelle mie capacità di regista fu di vedere un sacco di film di poco valore. Me ne stavo lì seduto nel cinema e pensavo, beh, non conosco assolutamente niente di come si fanno i film, però so che posso fare un film meglio di questo.

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La figura del criminale è sempre interessante da vedere sul grande schermo perché è un paradosso della personalità, una collezione di violenti contrasti. Il soldato è un personaggio magnetico perché tutte le circostanze in cui si muove sono cariche di grande intensità. Con tutto l'orrore che porta, la guerra è pura drammatizzazione, probabilmente perché è una delle poche situazioni rimaste in cui gli uomini devono lottare con fierezza per quello in cui credono. Il criminale e il soldato hanno per lo meno la virtù di essere pro o contro qualcosa in un mondo in cui la maggior parte delle persone ha accettato una grigia vacuità e rinuncia continuamente a prendere una posizione allo scopo di essere considerata normale o comune. È difficile dire chi sia vittima della più grande cospirazione: il soldato, il criminale o noi.

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Il miglior modo per imparare a fare un film è farne uno.

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Le superpotenze si comportano da gangster e i paesi piccoli da prostitute.

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Credo che catturare un'azione spontanea, piuttosto che studiare attentamente una posa, rappresenti sul piano estetico l'uso più valido ed espressivo della fotografia.

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Grazie alla mia esperienza di fotografo, sono stato in grado di sapere alla svelta il modo migliore per rappresentare fotograficamente una scena sullo schermo. Ma non inizio mai a pensare alle scene in termini di fotografia. Per prima cosa penso all'intento principale del film. Dopo che gli attori hanno provato la scena e hanno raggiunto un buon livello di realtà e si sentono carichi, solo allora guardo dentro l'obiettivo e comincio a pensare a quale sia il modo migliore per trasferire tutto questo sullo schermo. Parlando in generale, si può creare un'inquadatura interessante a partire da qualsiasi azione o situazione, se la composizione e l'illuminazione sono fatte bene. Ho visto un sacco di film in cui gli angoli di ripresa originali e gli effetti di illuminazione erano completamente incongrui con lo scopo della scena. Quando un tale film finisce, ti rendi conto di aver visto qualcosa di alquanto brillantemente fotografato ma che non ha alcun effetto.

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L'intellettuale è certo capace di capire quello che il film vuole dire e riceve anche un certo piacere da questo suo processo di interpretazione, mentre il pubblico di massa può non esserne capace. Ma penso che il nemico principale del regista non sia l'intellettuale o il membro del pubblico di massa, ma il tipo di persona di media cultura che non ha né le capacità proprie dell'intellettuale di analizzare e decifrare correttamente ciò che il film vuole dire, né la reazione emotiva spontanea dello spettatore comune. E sfortunatamente ho l'impressione che molti di questi personaggi a metà tra gli intellettuali e il pubblico di massa siano occupati a recensire i film. Credo che il fatto di voler ridurre l'intento di un film in un solo paragrafo conciso, brillante e intelligente alla maniera della rivista Time dimostri una monumentale presunzione da parte dei critici cinematografici. Questo tipo di recensione è di solito molto superficiale, a meno che non si tratti di un film davvero pessimo, ed è anche estremamente ingiusta.

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