Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.
E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell'amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l'ho baciato un giorno.
Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questa ricordo e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall'alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.
Viaggiando su una comoda auto
su una strada bagnata di pioggia,
vedemmo un uomo tutto stracciato sul far della notte
che ci faceva cenno di prenderlo con noi, con un profondo
inchino.
Avevamo un tetto, avevamo un posto e gli passammo davanti
e udimmo me che dicevo con voce stizzosa: no,
non possiamo prendere su nessuno.
Eravamo proseguiti per un bel pezzo, forse una giornata di
cammino,
quando d'improvviso mi spaventai della mia voce,
del mio contegno e di tutto
questo mondo.
Quando non ci fu più, la misero nella terra.
Sopra di lei crescono i fiori, celiano le farfalle...
Lei era leggera, premeva la terra appena.
Quanto dolore ci volle per farla così leggera!
La piccola casa sotto gli alberi sul lago.
Dal tetto sale il fumo.
Se mancasse
Quanto sarebbero desolati
La casa, gli alberi, il lago!
Io non voglio tentarti a lavorare.
L'uomo non è fatto per il lavoro.
Ma per il danaro, per questo devi darti da fare!
Il danaro è buono! Tienilo d'occhio!
Gli uomini si accalappiano l'uno con l'altro.
La malvagità del mondo è grande.
Per questo devi conquistarti il danaro
perché il loro amore per lui è ancora più grande.
Se hai soldi, tutti da te pendono come zecche,
come la luce del sole ci sei noto.
Senza soldi i tuoi bambini ti devono tenere
nascosto e dire che per loro sei ignoto.
Se hai soldi, non hai bisogno di piegarti.
Senza soldi non ti guadagni la gloria.
I migliori testimoni sono loro a darteli.
Il danaro è verità. È qualità eroica.
Quello che dice tua moglie, devi crederlo.
Ma non andare da lei senza danaro.
Senza danaro la derubi di te stesso,
con te resta una bestia senza ragione, e non altro.
Al danaro gli uomini tributano onori.
Il danaro sopra Dio viene innalzato.
Se al tuo nemico nella tomba vuoi turbare i sonni
scrivigli come epigrafe: Qui posa del danaro.
Bertolt Brecht (Augsburg, 1898-Berlino, 1956). Drammaturgo e poeta. Tra i migliori lirici tedeschi del '900. Negli anni della scuola Brecht mostrò un comportamento indipendente, anticonformista. Insieme ai compagni di Liceo Brecht scrisse musiche per le sue poesie, suonando la chitarra in scorribande notturne. Teorico della rappresentazione teatrale elaborò la teoria del "teatro epico", secondo la quale l'attore non doveva diventare il personaggio, ma solo raccontarlo, in modo che lo spettatore potesse mantenere una distanza critica su quanto veniva rappresentato. Con l'avvento del nazismo dovette fuggire dalla Germania e vagò esule per l'Europa fino ad approdare in America. Aderì al marxismo e dopo la guerra, tornato in Germania, divenne direttore del Teatro di stato della Germania Est. Le sue opere rivelano una profonda sensibilità umana e sociale