Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
tu appari al mondo nell'atto dell'offerta.
Il mio corpo di contadino selvaggio ti scava
e fa saltare il figlio dal fondo della terra.
Fui deserto come un tunnel. Da me fuggirono gli uccelli,
e in me la notte forzava la sua invasione poderosa.
Per sopravvivere ti forgiai come un'arma,
come freccia nel mio arco, pietra nella mia fionda.
Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah, le coppe del seno! Ah, gli occhi dell'assenza!
Ah, le rose del pube! Ah, la tua voce lenta e triste!
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mia strada indecisa!
Oscuri alvei da cui nasce l'eterna sete,
e la fatica nasce, e l'infinito dolore.
Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.
Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.
Gli animali furono imperfetti
lunghi di coda
plumbei di testa
piano piano si misero in ordine
divennero paesaggio
acquistarono nèi grazia volo
il gatto
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso
nacque completamente rifinito
cammina solo
e sa quello che vuole.
L'uomo
vuole essere pesce e uccello
il serpente vorrebbe avere ali
il cane è un leone spaesato
l'ingegnere vuol essere poeta
la mosca studia per rondine
il poeta
cerca di imitare la mosca
ma il gatto
vuol solo essere gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda
dal fiuto al topo vivo
dalla notte
fino ai suoi occhi d'oro.
Non c'è unità come la sua
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione
è una sola cosa
come il sole o il topazio
e l'elastica linea de suo corpo
salda e sottile
è come la linea della prua
di una nave
i suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola fessura
per gettarvi
le monete della notte.
Oh piccolo
imperatore senz'orbe
conquistatore senza patria
minima tigre di salotto
nuziale sultano del cielo
delle tegole erotiche
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi e posi
quattro piedi delicati
sul suolo
fiutando
diffidando
di ogni cosa terrestre
perchè tutto
è immondo
per l 'immacolato
piede del gatto
oh fiera indipendente
della casa
arrogante vestigio della notte
neghittoso ginnastico
ed estraneo
profondissimo gatto
poliziotto segreto
delle stanze
insegna
di un irreperibile velluto
probabilmente non c'è enigma
nel tuo contegno
forse non sei mistero
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso
forse tutti si credono padroni
proprietari parenti di gatti
compagni colleghi
discepoli o amici
del proprio gatto.
Io no
io non sono d'accordo
io non conosco il gatto
so tutto
la vita e il suo arcipelago
il mare e la città incalcolabile
la botanica
il gineceo coi suoi peccati
il per e il meno
della matematica
gli imbuti vulcanici del mondo
il guscio irreale
A te, amore, questo giorno
lo consacro a te.
Nacque azzurro, con un'ala
bianca in mezzo al cielo.
Giunse la luce
all'immobilità dei cipressi.
Esseri minuscoli
sbucarono sull'orlo di una foglia
o sulla chiazza del sole su una pietra.
E il giorno rimarrà azzurro
finché entrerà la notte come un fiume
e farà tremare l'ombra con le sue acque azzurre.
A te, amore, questo giorno.
Non appena, da lontano, dal sogno,
l'ho presagito e non appena
mi ha sfiorato il suo tessuto
di rete incalcolabile
ho pensato: è per lei.
Fu un battito d'argento,
fu un pesce azzurro che volava sul mare,
fu un contatto di sabbie abbaglianti,
fu il volo d'una freccia
che tra il cielo e la terra
attraversò il mio sangue
e come un raggio accolsi nel mio corpo
lo straripante splendore del giorno.
È per te, amore mio.
Io dissi: è per lei.
Questa veste è sua.
Il lampo azzurro che si fermò
sull'acqua e sulla terra
lo consacro a te.
A te, amore, questo giorno.
Come una coppa elettrica
o una corolla d'acqua tremante,
alzalo nelle tue mani,
bevilo con gli occhi e con la bocca,
riversalo nelle tue vene perché arda
la stessa luce nel tuo sangue e nel mio.
Io ti do questo giorno
con tutto quel che potrà portare:
le uve trasparenti di zaffiro
e la ventata rotta
che porta alla tua finestra
le sofferenze del mondo.
Io ti do tutto il giorno.
Con lo splendore e la sofferenza faremo
il pane della nostra vita,
senza rifiutare quanto porterà il vento
e non coglieremo solo la luce del cielo
ma anche le aspre cifre
dell'ombra sulla terra.
Tutto ti appartiene.
Tutto questo giorno con il suo grappolo azzurro
e la lacrima segreta di sangue
che tu troverai sulla terra.
E non ti accecherà il buio
né la luce abbagliante:
di questo intrigo umano
sono fatte le vite
e di questo pane dell'uomo mangeremo.
E il nostro amore fatto di luce oscura
e d'ombra raggiante
sarà come questo giorno vincitore
che entrerà come u
Riportami, o sole,
al mio destino agreste,
pioggia del vecchio bosco,
riportami il profumo e le spade
che cadevano dal cielo,
la solitaria pace d'erba e pietra,
l'umidità dei margini del fiume,
il profumo del larice,
il vento vivo come un cuore
che palpita tra la scontrosa massa
della grande araucaria.
Terra, rendimi i tuoi doni puri,
le torri del silenzio che salirono
dalla solennità delle radici:
voglio essere di nuovo ciò che non sono stato,
imparare a tornare così dal profondo
che fra tutte le cose naturali
io possa vivere o non vivere: non importa
essere un'altra pietra, la pietra oscura,
la pietra pura che il fiume porta via.
Pablo Neruda (1904 - 1973) è stato un poeta cileno e viene considerato tutt'oggi come uno dei maggiori autori contemporanei della letteratura latino americana Nel 1971 Pablo Neruda ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura.