Vivo echeggiando il lampo, figlio del bagliore che m'ha accecato
in quella mistica veglia d'estate,
Vittime d'una travolgente opera,
nello sfondo la pellicola della vita nostra
M'appago sul tuo voglioso seno, scorgendo le curve idilliache
che ondeggiano sensuali verso la tua amata e prigioniera natura,
Tocco leggero di articolazioni angelicamente tropo morbide
per sfiorare il mio volto,
M'irradio nella risonante elisiaca sensazione che tanto m'illumina,
Tremo, al contatto con le tue estasianti forme,
Rido, per scacciar l'atroce felicità che m'avvolge,
Amo... per aprir le magiche porte dell'amore,
accolte dagli albori della vita, nati dal tuo vergine sguardo.