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Uno, due, tre, quattro, cinque

Uno, due, tre, quattro, cinque,
quanti secoli sono passati?

Non conosco il mondo esterno,
ma solo questa stanza.
Non conosco il mondo esterno,
ma solo voi.

Uno, due, tre, quattro, cinque,
ecco quanti amici ho.

Uno, due, tre, quattro, cinque,
le dita della mia mano,
del mio piede,
del mio cibo.

Non conosco altri cibi
se non quelli che mi date voi.

Un nettare dall'odore acre.

A volte caldo e dolce,
altre freddo e acido,
ma che mi scende giù per la gola
come l'ambrosia degli dei.

Uno, due, tre, quattro, cinque,
i bicchieri che ho bevuto oggi.

Che strano, oggi la porta è aperta.
Posso uscire
oppure
posso entrare
nel mondo esterno?

Uno, due, tre, quattro, cinque...
e poi cosa viene dopo?

 

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8 commenti:

  • Raffaele Arena il 10/09/2011 15:21
    emozionante e tremendamente vera. Claustrofobica ma per fortuna alla fine la si apre, e il futuro che ci attende e' l'incertezza dell'essere nel contatto con tanti esseri. Anche senza vederli!
  • Bruno Briasco il 29/01/2011 12:24
    originale... ben scritta... bravo. Piaciuta. e, naturalmente, deidererei essere un tuo amico. BB
  • Dark Side il 10/09/2010 22:11
    versi molto interessanti... bravo
  • Anonimo il 10/09/2010 09:48
    non come voto intendo... massì hai capito...
  • Anonimo il 10/09/2010 09:48
    mi piace da morire. penso che il 6 non valga nemmeno la pena.
  • loretta margherita citarei il 26/07/2010 20:06
    originale, molto apprezzata, ben venuto nel sito
  • Anonimo il 26/07/2010 15:50
    Interessante esternazione
    piaciuta
  • Anonimo il 26/07/2010 14:19
    Uno, due, tre, quattro, cinque... carina

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