Piove sulle mie speranze di libertà,
su ciò che rimane della mia felicità,
su questo fallito con in testa un tirolese
che sembra leggero per il freddo di ogni mese.
Piove su una Belgrado devastata dalla guerra,
la mia città crolla per il dominio di una terra,
che non porterà niente nelle tasche dei signori,
semmai rovinerà un uomo e fin troppi straccioni.
Odo una melodia che quasi combatte con le urla:
è lieve e ben nascosta, ma riesco ad ascoltarla,
rinnega il senno dell'uomo che lo sfrutta con l'istinto,
perché una bomba a mano non basterà a salvarlo.
Uno zingaro è il signore di queste soavi note:
almeno per un giorno cura e non riceve ferite.
Una rossa fisarmonica asseconda le sue dita,
rinnovando nella morte le sue speranze di vita.