Credo che,
Mio padre,
Nelle sue ultime ore di vita,
In quella notte d'estate,
Lo sapesse.
Sapesse che i suoi occhi non avrebbero più veduto.
Sapesse che non avrebbe mai più proferito parola.
Né avrebbe potuto tendere ancora le sue sagge mani.
Nella sua agonia,
Nel suo smisurato dolore,
Egli lo sapeva.
Sapeva che sarebbe partito per sempre.
Attraverso gli spazi siderali,
Lasciandoci sperduti.
Era tutto scritto in quella lacrima
Stranamente esile,
Che scendeva lentamente,
Nata dall'angolo socchiuso del suo occhio sinistro
A percorrere uno spazio infinito
Seppur molto breve.
E in quell'Eterno tragitto
Essa lasciava dietro di sé
La traccia di un immenso dolore.
Una lacrima,
Sgorgata all'ultimo,
Che io avrei voluto fermare e raccogliere
Prendermene cura
E rassicurare colui che l'aveva
Così faticosamente
Liberata.
Una lacrima di saluto
Di mio padre, cosciente.