username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Hummus

Alla luce dei fatti appena avvenuti, devo ammettere che Lorenzo, così com'era, cicciottello e con la pancetta che sporgeva da sopra la cintura, nonostante le leggere - quasi impercettibili - smagliature ai lati e la leggera cellulite sulle chiappe che mi sono sempre trattenuta dal fargli notare, alla fine mi piaceva lo stesso.
Non cerco di giustificarmi o nulla del genere, ma mi chiedo solo cosa sarebbe successo se gli avessi evitato la pena di seguita quella cavolo di dieta sperimentale. Forse non sarebbe successo niente, o forse sarebbe solo successo più tardi, chi lo sa...
Anzi, no... La dieta probabilmente non centrava un bel niente: la causa potrebbe essere dovuta a qualcosa nell'aria, oppure nell'acqua; si potrebbe perfino dare la colpa a qualche agente chimico, a qualche conservante o un edulcorante presente negli snack che si comprano al supermercato.
Non ha più importanza.
Mi manca Lorenzo, mi manca da morire e mi manca anche Dostoevskij, in nostro labrador.
Cerco di ricordare, cerco di dare a tutto un punto di partenza. Da qualcosa sarà pur iniziato...

Forse era iniziato due settimane fa, quando Lorenzo aveva cominciato a sgarrare con la dieta.
Facemmo la spesa insieme, come ogni venerdì, e tornati a casa, tanto che toglievo la roba dai sacchetti della spesa, mi trovo tra le mani questa confezione formato gigante di wurstel di suino.
Persi la calma, e togliendo la confezione dal sacchetto tenendolo con le dita come schifata gli chiedo, urlando:
"E questo che cazzo è?"
Lorenzo mi guarda spaventato e colpevole, con la stessa faccia di un bambino che è stato beccato con dei giornaletti porno o non so cosa e mi fa:
"È il fine settimana. Posso, no?"
Senza far passare un secondo gli urlo ancora:
"No che non puoi. Riesci a prendere qualcosa sul serio per una volta?"
"Non ti sembra di esagerare?"
"Non ti senti un debole?"
Quando mi arrabbio esagero; forse esagero un po' troppo. Ma lui ci teneva a perdere quella pancetta, ci teneva tantissimo.
Certe volte lo beccavo a torso nudo davanti allo specchio in corridoio a guardarsi la pancia con aria rassegnata, per poi rimettersi subito la maglietta e camminare disinvolto appena si accorgeva della mia presenza.
Non lo volevo più vedere così triste, e lui si era stancato di starci male, così m'impegnai per tenerlo a dieta e ad abituarlo a uno stile di vita più sano: attività fisica tre volte alla settimana, niente alcol, a parte un bicchiere di vino bianco il sabato o nelle occasioni speciali.
Io avrei seguito lo stesso programma, così che potesse sentirsi più spronato a continuare.
Sinceramente parlando, mi ero anche stancata di certe domande da femminuccia come: "mettiamo caso che ingrassi o che resti così? Mi terresti?", "Ti affascino, ti piaccio ancora?" e così via...

12345678910111213

1
1 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

1 commenti:

  • Giulio il 01/02/2014 17:15
    beh, cos'era un invasione di alieni scritto bene, scorre

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0