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Dopo... nulla più lo stesso

Queste albe fragili sussurrano
la fine di sogni incerti
fatti d’anime sfiorate.
Come brina sulla foglia
arsa al vento mattutino
stinge la notturna nebbia
degli amori acerbi.

Che strano turbine dei sensi
sentirsi avvolti da quella nube
di amore solitario
mai corrisposto:
basso ostinato
e puledro accecato
su cui si ammassano al galoppo
disarmonie di giorni ignoti.

Senza saperlo mi sollevavi
dal mio dolore: tu
del passo docile di ninfa
di puro istinto
sulla mia strada lasciavi
odore di antico mirto…

Era impossibile ma io
sorvolavo slegato il mondo
con te
fuori dal tempo lineare
ma progressivo
passione in ciclo eterno e instabile ritorno.

 

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6 commenti:

  • Solo Commenti il 16/03/2010 20:55
    Poesia ad un tempo ispirata e sapiente, ricca di richiami incalzanti la cui eco fonde i versi. Raffinata, ironica, elegante la risposta al commento: Storti è lettore di se stesso, qualunque cosa scriva.
  • Michele Storti il 13/02/2010 09:41
    Apprezzo le critiche vestite da biasimi, ma aggiungo che l'aggettivazione frequente corrispondeva ad una scelta: qui svolge la funzione di qualifica e confine degli spazi del sentimento, possibile solo nel momento tardivo di consapevolezza. Costruisce il tono narrato, o meglio auto-narrato.
    Saluti
  • Anonimo il 12/02/2010 21:30
    tanta aggettivazione che però non vuol dire niente al lettore. pedante
  • Samuele Scagliarini il 17/12/2009 16:39
    Complimenti. Sa avvolgere come la nube di cui parli...
  • Anonimo il 25/10/2009 12:41
    Quant'e' bella...!
  • Anonimo il 08/10/2009 20:43
    Peccato che a volte tutto cambia fosse solo la speranza mi piace la tua opera

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