La vidi per la prima volta alle elementari. E fu devastante l’effetto che fece ad un mio compagno che nemmeno la conosceva: ancora lo ricordo battere un pugno sul tavolo, a mensa, infuriato.
In quel periodo lei conobbe tre bambine della mia classe, e con tutte si comporto’ allo stesso modo: rovino’ loro la vita, o meglio, la cambio’ radicalmente.
Non capivo cosa potesse fare loro, mi spaventava e mi incuriosiva contemporaneamente, ma sapevo di non poter fare nulla per conoscerla. Sarebbe stata lei a trovare me un giorno o l’altro, questo era cristallino.
Anni dopo ne sentii riparlare, è un personaggio conosciuto, una VIP. Tutti la conoscono.
Un giorno di primavera, al liceo, tento’ di presentarsi a me ed alla mia famiglia ma non riusci’ nell’intento. Mio nonno la allontano’ deciso a non voler avere a che fare con lei, e tutti gli furono grati per la sua presa di posizione.
Da quel momento molto piu’ spesso ho raccolto confidenze da persone che hanno avuto rapporti piu’ o meno diretti con lei; quella piu’ importante l’anno scorso, durante il secondo anno di universita’: se l’avessi avuta di fronte le avrei detto due parole < brutta stronza>.
Stamattina ho avuto modo di conoscerla, ha suonato appena sveglia e non ho potuto lasciarla fuori.
Cosi ho capito perche’ tutti quelli che la conoscono la evitano: è una puttana. La morte è una grandissima puttana.