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Al bar della Sacca

3 biliardi da boccette, otto tavolini per giocare a carte, un barista pelato e sua moglie che...
... Che gran tette.
Non so perché ma a noi della Sacca, le tette sono sempre piaciute.
Dimenticavo di dirvi che cosa è la Sacca: un rione popolare dove il dottore vive a stretto contatto col muratore, dove l’ingegnere gioca a carte con il barbiere, dove al bar della coop viene anche il Don Alberto e nessuno bestemmia. La sacca il quartiere dove sono nato e dopo sposato non sono più ritornato.
Ogni tanto amo andare con la mente a quei ricordi, quando la giornata è stata dura, si è sbagliato un lavoro, ed un cliente, o chi per esso, ti ha talmente rotto il cazzo che hai bisogno d’evasione.

Eccomi al bar della Sacca.
Vi è Alfredo, record 20 optalibon in un colpo e rimane quasi sveglio.
Mentore il tromba, tromba in continuazione e non solo a parole, per lui il sesso è tutto.
Ricordo una volta al cinema Ambra, cinema di malaffare, frequentato all’epoca da molti”gay”.
Ci siamo io, lui, Alfredo, Ivan, il Pappa, e Sniffa.
Ci sediamo, inizia il film, un capellone trito e ritrito. Siamo tutti sulla stessa fila, ci saranno 25 spettatori su un centinaio di posti. Dopo 15 minuti entra un tizio, 40/50 anni e si siede vicino a Sniffa che al suo fianco ha Mentore. Passa poco tempo e sento confabulare Mentore con Sniffa, dopodiché Mentore scambia il posto con Sniffa. Osservo il tipo e penso: agh sam, che tradotto significa: ci siamo.
Passa il primo tempo, nulla, finisce il film, nulla. Accendono le luci usciamo e chiedo a Sniffa:
che è successo?
Mi risponde:
eh, quella checca ha iniziato ad accarezzarmi una coscia, l’ho detto a Mentore che mi ha risposto,
ci penso io. Poi è venuto al mio posto.
Guardo Mentore con espressione interrogativa e lui:
Eh, mi son fatto fare una sega.
Questo è lui, il Tromba.
Poi ci sono il Biondo e Tarta, sempre insieme. Giocatori di Pinnacolo, si segnano tutto e se giochi una lira al punto sei rovinato. Io l’ho provato.
È togo il Tarta, tartaglia sempre in continuazione.
Quasi da barzelletta. Poi si siede e gioca a carte, lo dovreste sentire: parla come una macchinetta e non lo ferma nessuno.
Vi è il Dottore, non è un soprannome, è proprio un dottore, o meglio un medico. Lauro. Gli piacciono le mignotte, tutte le conosce. Quelle che battono dietro la fiat, quelle della piscina, quelle della ferrovia. Ci ha sverginati tutti, anzi quasi, con me non ce l'ha fatta. Stava per riuscirci, maquella sera avevo una tal fifa che sono scappato, poi 2 anni dopo a 18 anni mi son sposato e l’ho…fregato!
Ma questo lo racconto alla prossima incazzatura.
Ciao a tutti e se vi ho annoiato, pazienza, io mi sono rilassato.

 

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2 commenti:

  • antonio imbesi il 21/04/2011 12:29
    leggero, con un linguaggio scorrevole
  • Anonimo il 17/07/2009 00:05
    bellissimo racconto... ben scritto... lettura piacevole

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