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Un'occasione persa

UN'OCCASIONE PERSA

"C'erano peraltro…coloro che non hanno né bellezza nella loro gioventù né ambizione in seguito, né ricchezza mai, che aderiscono però con tutto il cuore ai valori della bellezza, della gioventù, della ricchezza, dell'ambizione e del sesso". Che te ne pare, signor scippatore? Eppure questa frase è stata fra le tue mani per qualche minuto, contenuta in quel libro di cui ti sei sbarazzato subito. Hai preso solo il portafogli, non t'interessava altro che il denaro, quello che anche tu, come gli altri, hai elevato a dio, quello che la società in cui vivi (rettifico "viviamo", sigh) ha elevato a dio. E hai lasciato lì il libro…perché non sai che solo dal confronto delle idee si cresce e ci si arricchisce. Proprio così, ti arricchisci. Ok, non te l'hanno insegnato, non te l'ha detto nessuno, ma tu non hai neanche provato a pensare con la tua testa. Non credi di appartenere anche tu a quelle persone, un'infinità purtroppo, che elevano a propri valori ciò che non hanno o che non potranno mai avere? Non è da stupidi? Avresti potuto cominciare leggendo solo frasi che ho sottolineato, che non sono moltissime visto che finora ho letto solo la metà del libro. Per esempio, che mi dici di parolone come felicità? Mi piacerebbe sapere che ne pensi. Ho sottolineato: "Comunque sia, a ogni osservatore imparziale, appare chiaro che l'essere umano non può essere felice, che non è in alcun modo concepito per la felicità attorno a sé, e che il suo solo destino possibile è quello di diffondere l'infelicità attorno a sé rendendo l'esistenza degli altri intollerabile quanto la propria - le sue prime vittime essendo di norma i genitori". Non la penso esattamente così, non ho certezze, me ne guardo bene dall'affermare "la felicità esiste" o "la felicità non esiste", so che per la nostra stessa condizione di "condannati a morte" e consapevoli di esserlo (l'unico sollievo è che non sappiamo quando) possiamo beneficiare di momenti che hanno il sapore dell'eternità e che ci fanno stare bene, c'è chi dice "in armonia con l'universo". Per esempio lo scrittore, parlando di alcuni personaggi, dice: "conducono una vita calma e senza gioia". Forse è proprio gioia il termine da sostituire a felicità, in ogni caso più "accessibile" per l'essere umano. "Calma senza gioia" credo sia l'equivalente di depressione, ma non credo neanche alle forti emozioni da vita "rocambolesca". E allora? Qual è la ricetta? Sono sicura che il punto di partenza è sempre quello della consapevolezza delle proprie azioni, e mi piacerebbe sapere perché fai lo scippatore. È stata una scelta consapevole? Stop con le domande, sento incombere il rischio di una seduta psicanalitica.
Mi piace ricordare anche le battute più ciniche, uno dei giochi letterari che amo di più:
"In fondo il beneficio maggiore del mestiere di umorista, e più generalmente dell'atteggiamento umoristico nella vita, è quello di potersi comportare come uno stronzo in tutta impunità". E ancora: "Quanto ai diritti dell'uomo, ovviamente, me ne sbattevo proprio; era tanto se riuscivo a interessarmi ai diritti del mio cazzo". Ora ti lascio perché devo andare a rettificare la denuncia di scippo, visto che mi hai fatto ritrovare alcuni documenti. No, il libro, nella denuncia, non era menzionato. Non è socialmente rilevante.

 

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