Bastava poco
e le ciliege diventavano orecchini,
quando, la fantasia
accendeva il giorno, spegneva le ombre.
Ci divertivamo ad inseguirle la sera,
quando diventavano lunghe
e si allontanavano,
schiacciate contro l'asfalto rovente,
che sobbolliva sotto il sole d'agosto,
evaporando in miraggi.
Bastava poco
e tutto sembrava possibile,
come arrampicarsi sul lampione,
per scalare il tetto della vita,
e da lì guardare in basso, con rimpianto.
Frotte di ragazzini con fionde,
guerra di bottigliette ricolme d'acqua,
tingoli e mosche cieche,
la curiosità guardava da sotto la benda,
scoprendo già il gusto del proibito.
Bastava poco
come in quel campo di mais,
a rubare le pannocchie,
dove correvamo liberi,
senza renderci conto
che la nostra infanzia
si stava già allontanando,
nel vento,
con occhi di stelle.