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Elegia della paura

Prospettive irreali
io scorgo con la coda dell'occhio
camminando nel parco,
freddo e solo.
Niente assume la sua naturale
postura
e tutto è immobile nella mia mente.

Io non conosco ciò che vedo:
un ombrello umano e nero
lontano mi osserva, immenso
e ideale.
Sono distante da tutto,
tutto si allontana e
s'espande, mi sovrasta,
tutto è immenso
e io sono nulla,
in questa solitudine di vetro.

Cammino, e sento
il Niente che m'attraversa,
e ho freddo.
La calma interiore mi culla
nella notte blu e nera.
Il brivido del sentirsi
insignificante
mi elettrizza il corpo e la mente.
Osservo il corpo imponente, sperduto,
lontano...

... di un cipresso.
Chilometri in altezza,
foglie grigie,
ondeggiano ad un vento
che non avverto.
Tutto è ideale e monumentale,
e io sono estraneo, lontano.
Sono un atomo cosciente
che scruta l'immenso.
Il cielo s'illumina,
tutto è bianco,
il cipresso, nero,
ondeggia nel silenzio
che tutto annulla.

Paura.

 

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3 commenti:

  • Rocco Michele LETTINI il 09/05/2012 07:26
    Elegia mirabile...
    BRAVO LUCA... CIAOOO!!!
  • loretta margherita citarei il 09/05/2012 07:17
    apprezzata molto complimenti
  • Anonimo il 09/05/2012 00:40
    Ero con te, ed effettivamente... ***** Apprezzato. Franco

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