dormo, cullato nei miei
ronzii
nero sulla superficie
tappeto
di ciniglia. Fermo
incontro questi attimi
e respiro
caldo. Ripido il sentiero,
ginocchia scheggiate
unghie rotte, la notte.
Alto questo muro
insormontabile, non immobile
avvicino
alle fessure un fugace
sguardo, c'è troppo
da raccontare
poco
da vedere.
Mi allontano.