I ricordi sbiadiscono,
si accavallano,
si sostituiscono
uno all'altro.
Il nulla rimbomba
nella mente,
nel cuore e davanti agli occhi.
Con sorpresa,
all'improvviso,
la luce si riaccende,
i colori e i contorni
tornano nitidi
e con loro il sollievo.
Mani ferme e sicure
si fan titubanti e lente,
le labbra carnose
scompaiono,
gli occhi splendenti
resi opachi dal troppo vivere.
Non c'è più senso
a giocare a nascondino
col tempo,
in una continua lotta
tra chi si è
e chi si è diventati.
Negare è dolore,
accettare è strazio.
Allora si lascia correre,
attendendo e sperando
che la sabbia della clessidra
fluisca più in fretta,
sempre più in fretta
fino a poter dire
"Signori, è stato un piacere".