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Il fiore aristocratico

Nel fango di una palude
cresceva tra lo sterco e l'acqua
un garofano rosso
Sui suoi petali accoglieva le farfalle pellegrine
e con i suoi colori e i suoi profumi inebriava i passanti.
Un giorno una mano pietosa lo raccolse
e lo ripose nel giardino di un castello
ora e' li in esilio
i suoi racconti feriscono l'orgoglio dei fiori imperiali
che lo dileggiano per il buffo aspetto.
Abbandonato tra ricordi e nostalgie
attende con ansia la fine della primavera.

 

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • francesco contardi il 09/06/2014 15:33
    Un fiore piombato nella solitudine, come molti uomini! Francesco

3 commenti:

  • eurofederico il 09/06/2014 16:55
    bei versi, bella metafora!
  • sılɐɹʇsnɐ snɐʞ il 09/06/2014 15:56
    IL VERBO ESSERE VUOLE L'ACCENTO NN L'APOSTROFO! e lì vuole l'accento!!!

    come maria pisano, li sbaglia tt!!!
  • Fabio Mancini il 09/06/2014 13:53
    Ogni fiore (o persona, o altro) dovrebbe restare ancorato al proprio ambiente. Forse il senso è proprio là dove non sembra essercene. Fabio.

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