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Quand'ero bambino...

Quand’ero bambino (più o meno ai tempi in cui Annibale prendeva le multe perché parcheggiava gli elefanti sulle Alpi), sognavo. “Beh, lo fanno tutti” dirai tu. È vero. Ma non sognavo di diventare un famoso calciatore, né un “velino”, e neppure un reporter, o presidente. No. Sul banco di scuola, con la cartina del Ticino aperta davanti al naso, sognavo di sentieri che congiungevano località così distanti tra di loro in auto, ma così vicine a piedi: Fusio vicino ad Airolo, Camorino vicino ad Isone, Piotta vicina al passo del Lucomagno. Guardavo quanto erano alti questi sentieri, come si chiamavano le montagne che li ostacolavano, se si potevano percorrere in bici (che fantasia, le bici di allora avevano tre marce e il freno-pedale, le migliori...), e mi ripromettevo “ci vado”.
Sognavo di percorrere quei sentieri, e congiungere il territorio, in un modo mio, con i piedi e la testa. Cercavo di immaginare cosa avrei potuto incontrare, quali difficoltà, cosa avrei visto. Il maestro, che mi vedeva assente, lo sguardo fisso lontano (lo conosci il vecchio detto “Più lo sguardo è rivolto lontano, più l’attenzione è rivolta dentro di se”?), mi rimproverava, ma bonariamente: andavo bene a scuola, e forse riusciva a capire cosa stessi facendo. Forse, sognava anche lui. Adoravo questo maestro, che mi ha condotto dalla terza alla quinta elementare: non ostante apparisse burbero, aveva un cuore d’oro, e sapeva insegnare con la testa e con il cuore.
Poi, sono arrivate le maree della vita. Quando sei giovane, ti sembra di possedere e controllare il mondo, e non ti accorgi che in realtà sei in balia di ogni corrente, di ogni refolo di vento, purché venga dalla direzione giusta. Sono caduto in acqua, mi sono perso, e ho smesso di sognare. I sentieri della cartina sono rimasti là, ormai dimenticati, pallido lumino perso tra gli affanni ed i piaceri, tra i doveri e le voglie. Gli studi, il militare, le pene d’amore, la prima bicicletta, ed il primo motorino. Amici e compagni, lavoro e tempo libero, soldi e spese. Lei, con la quale ho condiviso ormai quasi metà della mia vita. I ragazzi, il loro crescere, e il mio crescere assieme a loro, il gioire per le loro vittorie, e soffrire in silenzio per le loro sconfitte. Ma sempre liberi, liberi di costruire la loro vita, come pensavano e come pensano sia giusto, anche quando non ero o non sono d’accordo.
A poco a poco ho iniziato ad imparare a nuotare in questo grande mare. Ho appreso a tenere la testa alta, anche quando arriva l’onda. Ho imparato a fiutare le maree e le correnti, e tenere la mia posizione anche quando queste cercano di portarmi oltre, al di là della mia volontà. E poi, ho scoperto che potevo tornare a terra, sulla riva, libero dalla stretta dell’acqua. Ho posato il piede sulla sabbia ferma, e mi sono accorto che ero io, lavato e mondato, arricchito e cambiato da questa lunga nuotata nell’oceano della vita. Non un fiume, che ti trascina oltre, e ti porta in posti sconosciuti: no, sono tornato là da dove ero partito. Diverso e uguale, nuovo e vecchio.
E ora, che avrei potuto guardare il mio maestro delle elementari negli occhi, e dirgli “finalmente sono un uomo”, e parlare con lui, ringraziarlo per ciò che mi ha donato allora, e che mi ha aiutato a superare i fortunali di quel mare immenso, lui non c’è più, travolto in giovane età da vicende che non avrebbero dovuto capitare, e che gli hanno tolto la dignità come non dovrebbe succedere a nessuno.

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4 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 23/07/2013 19:11
    ... un racconto asciutto
    e lineare
    piacevole, complimenti...

4 commenti:

  • Anonimo il 29/07/2010 19:08
    5 stelle accompagnate da sinceri complimenti Miry
  • Nino Dal Borgo il 05/08/2009 20:48
    Grazie ad entrambi: sono onorato e felice.
  • Anonimo il 05/08/2009 17:13
    "ogni percorso ha i suoi tempi e solo quando sai vivere in armonia con questo ritmo puoi incamminarti veramente".
    Coelho non mi piace. e il tuo racconto odora di coelho.
    Ma chissenefrega. è davvero bellissimo. forse il più bello che ho letto su questo sito.
    Chapeau.
  • Anonimo il 05/08/2009 00:32
    bellissimo... sincero e toccante

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