Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L'ora ch'è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l'ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s'accosta e t'afferra - e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l'alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v'è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell'eterno.
Ella dintorno si guardò, tremando,
e riconobbe la selvaggia e strana
terra che a fiume si dirompe e frana
entro l'acque, che fuggon mormorando.
Il guado antico riconobbe e il prato
e le foreste, azzurre in lontananza
sotto il pallor dei cieli:
e il passato di lotta e di speranza,
il suo ribelle e splendido passato
ricomparve, senz'ombra e senza veli.
Piegavano gli steli
intorno, ed ella respirava il vento:
vento di libertà, di giovinezza,
soffio di primavere
sepolte, belle come messaggere
di gloria, piene d'ali e di bufere
violente e d'immemore dolcezza!...
Ora, silenzio. - Un battere di remi,
solitario, nel fiume: un lontanare
di cantilene lungo l'acque chiare,
e nel suo petto il cozzo de' supremi
rimpianti. - Oh, prega, anima che t'infrangi
a l'onda dei ricordi travolgente
come tempesta a notte:
anima stanca in vene quasi spente,
così giovane ancora, oh, piangi, piangi
con tutte le tue lacrime dirotte
qui dove i sogni a frotte
ti sorrisero un giorno!... Ora è finita. -
... E strinse fra le mani il capo bruno:
a lei da la profonda
coscienza, com'onda chiama l'onda
nel plenilunio a fior de l'alta sponda,
salivano i ricordi ad uno ad uno.
E rivide la vergine ventenne
con la fronte segnata dal destino
sfioran diritta il ripido cammino,
baldo aquilotto da le ferme penne.
La nuda stanza fulgida di larve
rivide, e il letto da le insonnie piene
di cantici irrompenti;
ed il sangue gittato da le vene
robuste, il sangue di veder le parve,
ne la febbre de l'arte sugli ardenti
ritmi a fiotti, a torrenti
gittato. - E i versi andarono pel mondo,
da la potenza del dolor sospinti;
e parvero campane
a martello; e le case senza pane
e senza fuoco e la miseria inane
dissero, e l'agonie torve dei vinti.
Ma la vinta or sei tu, che de la morte
senti, a trent'anni, il brivido ne l'ossa,
e ben altro aspettavi da la rossa
tua giovinezza così salda e forte!...
Tutto
Vedova, lavorò senza riposo
per la bambina sua, per quel suo bene
unico, da lo sguardo luminoso;
per essa sopportò tutte le pene,
per darle il pan si logorò la vita,
per darle il sangue si vuotò le vene. -
La bimba crebbe, come una fiorita
di rose a maggio, come una sultana,
da la materna idolatria blandita;
e così piacque a un uom quella sovrana
beltà, che al suo desio la volle avvinta,
e sposa e amante la portò lontana!...
... Batte or la pioggia dal rovaio spinta
ai vetri de la stanza solitaria
ove la madre sta, tacita, vinta:
schiude essa i labbri, quasi in cerca d'aria;
ma pensa: "La diletta ora è felice... ".
E, bianca al par di statua funeraria,
quella sparita forma benedice.
Venne in cerca di te
nella calda notte, lungo le strade dai fanali azzurri.
Tutte le strade, allora, la notte erano azzurre
come le vie dei cieli,
e il volto amato
non si vedeva: si sentiva in cuore
E ti trovò, o dolcezza, nell'ombra
casta, velata d'un vapor di stelle.
Fra quel tremolìo d'astri
discesi in terra,
in quell'azzurro di due firmamenti
l'uno a specchio dell'altro, ella
ella pure rispecchiò in te l'anima sua notturna.
E ti seguì con passo di bambina
senza sapere, senza vedere, tacita e fluida.
E allor che il giorno apparve
con fresco riso roseo su l'immenso turchino,
non trovò più se stessa
per ritornare.
Quando tu venisti, una notte, verso il suo letto, al buio,
e le dicesti, piano, già sopra di lei: Non ti vedo, non ti sento.
E la ghermisti con artiglio d'aquila, e tutta la costringesti nella tua forza
riplasmandola in te con tal furore ch'ella perdette il senso d'esistere.
E uno solo in due bocche fu il rantolo e misto fu il sangue e fu il ritmo perfetto,
e dal balcone aperto la notte guardava con l'occhio d'una sola stella
rossastra,
e il sonno che seguì parve la morte, e immoti come cadaveri
la tristezza dell'ombra vi vegliò sino all'alba.