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Notturno nuziale

Quando tu venisti, una notte, verso il suo letto, al buio,
e le dicesti, piano, già sopra di lei: Non ti vedo, non ti sento.
E la ghermisti con artiglio d'aquila, e tutta la costringesti nella tua forza
riplasmandola in te con tal furore ch'ella perdette il senso d'esistere.
E uno solo in due bocche fu il rantolo e misto fu il sangue e fu il ritmo perfetto,
e dal balcone aperto la notte guardava con l'occhio d'una sola stella
rossastra,
e il sonno che seguì parve la morte, e immoti come cadaveri
la tristezza dell'ombra vi vegliò sino all'alba.

 


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3 commenti    

3 commenti:

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  • Giacomo Scimonelli il 01/10/2010 05:14
    tristezza espressa magistralmente in versi di vera e pura poesia
  • Laura cuoricino il 31/07/2010 10:38
    Triste, sì, ma molto passionale.
  • il 24/06/2010 13:52
    Infinita tristezza in questa poesia, bella si deprimente...