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Comizio
pagine: 12
Le sue parole a freddo taglio
ed i suoi occhi spenti
gettavan senza alcun barbaglio
scintille incandescenti.
E lo fissavano dal basso
mille pupille smorte:
ma non sentiva a lento passo
l'arrivo della morte.
Egli gestiva lentamente
con voce di violenza,
e la sua barba mollemente
cullavasi in cadenza.
Livido come il firmamento,
sapeva tutto bene.
Egli gemeva violento
come le sue catene.
Non comprendevano gl'indegni
né un numero né un nome:
non v'ha nessuno che lo segni
un marchio di passione.
Ma si sentì tremare un tuono
di fiamma che s'accende,
ed un rumore quasi suono
di tizzo che si spegne.
Come se in cielo uscisse un astro,
come se fosse un segno:
urlò la folla nel disastro,
urlò fuori di senno.
Si sentì un grido soffocato,
s'infranse una vetrata:
l'uomo cascò sul lastricato,
la testa crivellata.
Qualcuno allora con un sasso
colpì senza vergogna:
un fil di sangue sgorgò in basso,
giù lungo una colonna.
Ruppero i fischi ancora l'aria,
ululò l'urlo stesso:
giacque la spoglia solitaria
sul varco d'un ingresso.
E lampeggiaron nella porta
dei fuochi da un cortile,
ed echeggiaron nella volta
dei colpi di fucile.
Si rivelò in un raggio il volto
dell'uomo trucidato:
già due fucili sopra il morto
in croce hanno piantato.
I lineamenti più sbiancati
fece la barba nera:
si riordinarono i soldati
e chiusero la schiera.
Era sereno il dolce viso,
la calma vi regnava:
verso di lui dal Paradiso
un angelo volava.
Erano già pacificate
le sue pupille aperte:
su loro stavano incrociate
le bianche baionette.
Come se dietro a quelle gole
respirasse di già
anche in un mondo senza sole
venti di libertà.
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